La giornata del 17 luglio 2025 ha segnato un momento storico per il trasporto pubblico milanese con la realizzazione della prima delle tre corse di prova programmate per la nuova tratta della metrotranvia 7 che collegherà Precotto al Quartiere Adriano. Finalmente dopo anni senza nuovi orizzonti la rete tranviaria di Milano torna ad ampliarsi. Le prove si sono svolte con successo nonostante alcune criticità
La nuova tratta della metrotranvia 7 rappresenta un tassello fondamentale del più ampio progetto della Metrotranvia Nord, che prevede un percorso complessivo di 14 chilometri per collegare tutti i quartieri nell’area di Milano Nord. Attualmente è in esercizio la tratta compresa tra viale Fulvio Testi e via Anassagora, mentre la sezione fino a viale Adriano è in fase di ultimazione con apertura prevista per ottobre 2025.
L’investimento complessivo per la realizzazione delle tratte in costruzione ammonta a 86,3 milioni di euro, confermando l’impegno del Comune di Milano nel potenziamento del trasporto pubblico locale sostenibile.
Il progetto complessivo prevede una tranvia veloce con 25 fermate, frequenza di 5 minuti e una capacità di trasporto di 2.400 passeggeri all’ora per direzione.
Una volta completata, la linea collegherà la stazione M2 di Cascina Gobba a est della città alla stazione FS Certosa a ovest, toccando importanti punti di interscambio come Villapizzone (S/R), Bovisa (S/R), Affori (M3), Bicocca (M5), Greco Pirelli (FS) e Precotto (M1).
La nuova metrotranvia in cantiere. Da Urbanfile
Le prove di oggi: dettagli tecnici
Alle ore 10 le tre vetture coinvolte nei test – 4935, 7145 e 7704 – sono uscite dal deposito Precotto per dirigersi verso via Adriano.
I tre tram escono dal deposito Precotto
Le tre vetture hanno proceduto in colonna dietro all’Unimog 9418, veicolo bimodale appositamente inviato dal deposito Messina. La presenza di questo mezzo ausiliario era fondamentale per la sicurezza: in caso di problemi tecnici con uno dei tram, l’Unimog avrebbe potuto rimuoverlo immediatamente agganciandolo.
I quattro mezzi sfilano lungo via Tremelloni
Durante la corsa, le vetture hanno testato le quattro fermate del nuovo tracciato:
Tremelloni/Gassman
Tremelloni/Tognazzi
Adriano/Lussu
Capolinea Adriano/Vipiteno
Particolare attenzione è stata dedicata alla vettura 4935, che ha effettuato test specifici per l’apertura e chiusura della pedana mobile.
Le tre vetture ferme sul rettilineo di via Adriano
L’Unimog 9418 ha completato per primo un giro dell’anello, posizionandosi successivamente davanti alla vettura 4935 che è rimasta bloccata metà dell’anello, a causa di un cavo della rete elettrica sospeso ha causato un’interruzione dell’alimentazione. I tecnici ATM sono intervenuti tempestivamente per sistemare il guasto, permettendo la ripresa delle prove. Dopo l’interruzione tecnica, l’Unimog si è posizionato davanti alla 7145 per il secondo giro, e infine, davanti alla 7704 per l’ultimo test.
L’Unimog 9418 durante uno dei giri di prova sull’anello
Le vetture hanno poi proseguito ancora al contrario verso il centro testando tutte le fermate. Giunte a Parmenide, le vetture hanno proseguito fino a via S. Mercellina, dove hanno effettuato un’inversione di marcia, e hanno continuato nuovamente i test verso quartiere Adriano.
Le tre vetture hanno completato un ultimo giro sull’anello di Quartiere Adriano prima del rientro al deposito Precotto, testando ancora una volta gli scambi, per verificare tutte le configurazioni operative possibili.
Le tre vetture fanno ritorno verso il centro
Test degli scambi
Le vetture hanno provato i seguenti scambi:
Scambio Tremelloni-Anassagora in posizione “rovescio” in direzione Adriano
Scambio Tremelloni-Anassagora in posizione “dritta” in direzione Centro
Scambio Anassagora-Tremelloni in posizione “rovescio” in direzione Adriano
Scambio Tremelloni-Anassagora in posizione “rovescio” in direzione deposito
Sono state inoltre effettuate delle prove per il “mancato comando”
Curiosità: con i lavori del 2008 erano già stati predisposti gli scambi verso via Tremelloni, rimossi nel 2011 e re-implementati col nuovo cantiere
Planimetria dell’incrocio Tremelloni-Anassagora, con relativi scambi. Da Urbanfile
Aggiornamenti futuri
I test di oggi rappresentano solo la prima delle due corse di pre-collaudo per verificare tutti gli aspetti operativi della nuova tratta. Nei prossimi mesi continueranno le prove per completare la validazione del sistema prima dell’apertura al pubblico, non prima del collaudo definitivo da parte di ANSFISA.
Rimanete sintonizzati per i prossimi aggiornamenti sullo sviluppo della metrotranvia 7 e per tutti i dettagli su aggiornamenti successivi che porteranno Milano verso un sistema di trasporto pubblico sempre più efficiente.
Sabato 24 maggio 2025 è stata una giornata rara e significativa per gli appassionati di trasporti milanesi. Varie vetture sono state spostate tra i depositi. Gli invii sono stati necessari per consentire di liberare spazio nel deposito Baggio, ove vi saranno lavori di adeguamento volti ad ospitare i nuovi Stadler Tramlink, e sarà creata una specifica area di manutenzione e al rimessaggio dei sopracitati tram.
Gli spostamenti delle vetture sono stati effettuati nella settimana compresa tra il 19 e il 25 maggio. In particolare, sabato 24 maggio sono state spostate le vetture 1702 (da Baggio a Messina), 711 (da Baggio a Messina) e 1957 (da Baggio a Ticinese).
Di seguito l’elenco dettagliato delle vetture interessate e delle rispettive destinazioni.
Da Baggio a Messina
1503
1699
1702
1723
1794
1822
1830
1847
1980
1862
4611
4726
706
711
5137
Da Baggio a Ticinese
7007
1957
Da Baggio a Leoncavallo
712
718
1861
Da Messina a Precotto
7013
7016
Tutte le vetture hanno raggiunto la propria destinazione autonomamente, ad eccezione della 4726, che è stata trainata in quanto sprovvista di ralla, e della 5137, anch’essa trainata.
A Baggio rimangono le vetture 4722, 4921, 4965 e 4980 cannibalizzate per il recupero dei pezzi, insieme alla neo-accantonata 609.
A corredo, le foto del trasferimento delle vetture 711 e 1702, uscite in mattinata dal deposito Baggio dirette a Messina sull’itinerario Rembrandt – De Angeli – Baracca – Magenta – Carducci – Buonaparte – Legnano – Nono – Cenisio – Tartaglia, per entrare al deposito Messina dall’ingresso sito in via Tartaglia.
L.go D’AnconaVia MonvisoL.go D’Ancona
La 1957 è stata invece fotografata nel primo pomeriggio durante il trasferimento verso il deposito Ticinese mediante l’itinerario Rembrandt – De Angeli – Baracca – Aquileia- Genova- 24 Maggio – Teuliè, per entrare al deposito sito in via Giovenale.
Il 24 febbraio 2025, si è chiusa ufficialmente l’era delle motrici articolate tipo 4600 dell’ATM di Milano. La vettura 4608, ferma da tempo presso il deposito Precotto, è stata trasferita a Turbigo per la riduzione volumetrica, segnando simbolicamente la fine di un capitolo importante nella storia del trasporto pubblico milanese.
La Storia delle Vetture Serie 4600
Le vetture della serie 4600 furono progettate negli anni ’50 come una versione articolata a due casse della serie 5300, con l’obiettivo di migliorare la capacità e l’efficienza del servizio tranviario milanese. Costruite dalla Stanga di Padova tra il 1955 e il 1956, le 4600 furono equipaggiate con motori TIBB GLM 0300 e carrelli tipo 97 E, che garantivano una potenza oraria di 220,8 kW e una velocità massima omologata di 45 km/h.
Queste motrici rappresentarono un’evoluzione tecnica rispetto ai tram precedenti, introducendo un design articolato che permetteva una maggiore capacità di passeggeri: fino a 36 posti a sedere e 139 in piedi. La loro lunghezza di quasi 20 metri le rendeva particolarmente adatte alle linee ad alta frequentazione come la circonvallazione (29/30) e le tratte interstazionali (25/26).
Caratteristiche Tecniche e Innovazioni
Le vetture serie 4600 erano alimentate tramite una linea aerea da 550 V in corrente continua e presentavano un rodiggio Bo’2’Bo’, con un passo dei carrelli di 1.800 mm. La loro struttura era robusta ma relativamente leggera per l’epoca: con una massa a vuoto di 26,5 tonnellate e una massa in servizio di quasi 38 tonnellate. Gli interni erano inizialmente dotati di sedili in legno, che vennero in parte sostituiti negli anni successivi con modelli più moderni in blu scuro.
Nel corso degli anni ’70, le vetture subirono importanti modifiche per adattarsi alle nuove esigenze operative:
La sostituzione dell’asta di captazione (“perteghetta”) con pantografi più moderni.
L’eliminazione della postazione del bigliettaio.
L’introduzione di porte metalliche al posto delle originali in legno.
L’adozione di nuovi fari rettangolari.
di seguito, una carrellata delle vetture le corso del tempo:
Dismissione
Nonostante le innovazioni introdotte nel corso della loro vita operativa, le vetture serie 4600 iniziarono a mostrare i segni del tempo già negli anni ’90. A differenza delle sorelle della serie 4700, che furono oggetto di ristrutturazioni significative tra il 2018 e il 2022, le 4600 non beneficiarono di interventi simili.
Le ultime unità cessarono il servizio regolare il 17 dicembre 2024, aprendo la strada alla loro dismissione definitiva, tra gli esemplari demoliti recentemente spiccano le vetture 4608 e 4609, accantonate per anni nei depositi Precotto e Baggio. Queste vetture, seppur cannibalizzate di molti pezzi, sono riuscite a sopravvivere qualche mese in più rispetto alle sorelle perchè appartenenti ad un altro bando di demolizione.
Tuttavia, non tutto è perduto: la vettura storica numero 4611 è stata accantonata presso il deposito Baggio con l’intento di preservarla per una futura musealizzazione.
Un’Eredità Importante
Le motrici articolate serie 4600 hanno segnato un’epoca nel trasporto pubblico milanese. La loro introduzione rappresentò un passo avanti verso una rete tranviaria più moderna ed efficiente. Oggi, mentre salutiamo queste storiche vetture, rimane vivo il ricordo del loro contributo alla mobilità urbana e alla storia dell’ATM.
L’accantonamento della vettura numero 4611 offre una speranza per gli appassionati: la possibilità di ammirare in futuro uno degli ultimi esemplari superstiti come testimonianza tangibile dell’evoluzione tecnologica e culturale del trasporto pubblico milanese.
Di seguito, una carrellata di immagini del trasporto della 4608:
Dopo oltre tre anni di test, i nuovi tram Tramlink Stadler della serie 7700 sono pronti a entrare ufficialmente in servizio sulle linee 7 e 31. Progettati per offrire elevati standard di comfort, sicurezza e accessibilità, rappresentano un elemento chiave nel piano di modernizzazione della flotta tranviaria di Milano.
L’evento di presentazione si è svolto oggi alle ore 11:00 presso il deposito Messina di ATM Milano, alla presenza di figure istituzionali di rilievo come Arrigo Giana, amministratore delegato di ATM, e Iñigo Parra, CEO e presidente esecutivo di Stadler Valencia. Durante la cerimonia, la stampa e il personale tecnico coinvolto nel progetto hanno assistito alla presentazione ufficiale e al viaggio inaugurale della vettura 7701, che ha percorso il circuito Messina–Bramante–Legnano–Tivoli–Ponte Vetero e ritorno.
Un carosello fotografico dell’evento istituzionale
L’investimento complessivo di circa 190 milioni di euro per 74 nuovi tram rientra in un accordo quadro per la fornitura di un totale di 130 vetture. Il finanziamento proviene da una combinazione di fondi del PNRR, del Comune di Milano, della Regione Lombardia e di risorse interne di ATM. Questo piano strategico consentirà di sostituire progressivamente i modelli più datati, come i jumbo tram serie 4900 e i tram a due casse serie 4600, aumentando al contempo la percentuale di mezzi accessibili dal 48% al 70%.
Design e caratteristiche tecniche
I nuovi Tramlink Stadler serie 7700 sono stati concepiti per soddisfare le esigenze di una città moderna, garantendo prestazioni elevate e maggiore sostenibilità.
Specifiche principali
Dimensioni: 25,4 metri di lunghezza, 2,4 metri di larghezza
Capacità: oltre 200 passeggeri a pieno carico
Struttura: acciaio inox per una maggiore resistenza alla corrosione e durata nel tempo
Carrelli motori: sospensione a tre stadi per ridurre rumorosità e migliorare il comfort di viaggio (carrelli pivotanti)
Pianale ribassato: accessibilità senza gradini per persone con mobilità ridotta
Postazioni dedicate: spazi per sedie a rotelle con schienale, mancorrenti e dispositivi di comunicazione
Motori di trazione: quattro unità asincrone trifase da 105 kW ciascuna
Velocità massima: 60 km/h (autolimitata a 50 km/h)
Alimentazione: 600 Vcc con due pantografi, uno per ciascun senso di marcia
I nuovi tram sono inoltre equipaggiati con un avanzato sistema di climatizzazione a basso impatto ambientale, illuminazione LED ad alta efficienza e materiali innovativi per ridurre la manutenzione.
Dettagli interni ed esterni della vettura 7701
Tecnologia e sicurezza
Questi mezzi non segnano solo un passo avanti dal punto di vista meccanico, ma introducono anche soluzioni tecnologiche all’avanguardia:
Assistenza alla guida: radar, LiDAR e telecamere monitorano l’ambiente circostante, mentre il sistema anti-collisione (TFCW – Train Forward Collision Warning) attiva automaticamente la frenata d’emergenza in caso di ostacoli sulla via.
Controllo digitale e infomobilità: gestione avanzata della flotta e schermi LCD con informazioni aggiornate in tempo reale sulle fermate e sul percorso.
Sicurezza integrata: sistema di videoregistrazione per monitorare l’interno e l’esterno del veicolo, oltre alla predisposizione per soluzioni come il “Train Stop” e il “Riconoscimento Banchina Sinistra”.
Trasmissione video in diretta: per la prima volta su un tram milanese, le immagini vengono inviate alla Sala Operativa di ATM e della Polizia di Stato grazie al sistema Milestone.
L’introduzione dei Tramlink Stadler rientra in un progetto più ampio di potenziamento del trasporto pubblico milanese. Oltre alla progressiva sostituzione dei tram più obsoleti, ATM prevede:
L’ingresso di 46 nuovi treni per le linee M1 e M3
L’arrivo di 320 e-bus entro il 2026, portando la flotta elettrica a 600 unità su un totale di 1.200
Le vetture della serie 7700, inizialmente destinate ai collegamenti interurbani, verranno temporaneamente impiegate sulla rete urbana in attesa del completamento delle nuove infrastrutture. Attualmente sono in fase di collaudo le unità 7702-7713, già consegnate a Milano, mentre il piano di fornitura si estenderà ancora per parecchi anni. Le consegne facente parte dei lotti già firmati comprendono 60 vetture corte (25mt, analoghe a quella presentata oggi) serie 7700 e 14 vetture lunghe (35mt) che andranno a formare presumibilmente la serie 7200; per entrambi i contratti quadri sarà possibile per ATM estendere le forniture per ulteriori 20 vetture per i tram corti e 11 tram lunghi. La prima vettura sarà disponibile per il servizio passeggeri già da domani (20/02/2025), tutti gli interessati potranno difatti testare la nuova vettura nelle fasce di punta sulla linea 31.
Con questa importante evoluzione, Milano conferma il proprio impegno verso una mobilità più efficiente, sostenibile e accessibile, proiettandosi sempre più verso il futuro.
In un’epoca in cui il valore storico e il patrimonio culturale dei trasporti pubblici dovrebbero essere sempre più preservati, ATM Milano sorprende ancora una volta con una scelta discutibile che getta ombra su decenni di storia tranviaria cittadina. La decisione di revocare la circolabilità dei tram a due assi su tutta la rete rappresenta un duro colpo non solo per gli appassionati e per la storia stessa della città, ma anche per l’efficienza di un servizio essenziale come la sabbiatura delle rotaie, ora completamente affidato a vetture bimodali dalla dubbia affidabilità.
Storia dei Tram a Due Assi:
Durante il corso della Seconda Guerra Mondiale, a causa dei diversi e pesanti bombardamenti eseguiti ad opera delle truppe alleate angloamericane, la città di Milano si vide gravemente danneggiata e con essa anche gran parte del parco rotabili dell’allora Azienda Tranviaria Municipale, il quale si trovava rimessato nei suoi vari depositi. Tra le unità dei molteplici gruppi di vetture circolanti andate perdute durante le incursioni aeree notturne (soprattutto quelle dell’agosto 1943) vi erano coinvolti anche i tram a due assi con cassa in legno, rivestita di sottile lamierino, appartenenti ufficialmente alla serie 600; un nutrito insieme di minute motrici realizzato fra il 1924 ed il 1928, costituito originariamente da 129 unità numerate dalla 601 alla 729. Le vetture messe al bando ripensate nel dopoguerra, sono tra i pochi esemplari rimasti tutt’ora a memoria di quell’epoca.
Le vetture della serie 700 furono difatti realizzate recuperando i pezzi dalle vetture danneggiate per sopperire alle perdite subite durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e per rispondere alla crescente necessità di trasporto pubblico in una Milano che si stava risollevando. Costruite con una robusta cassa in acciaio e dotate di motori che permettevano una velocità massima di 38 km/h, queste vetture hanno servito la città per decenni, diventando una presenza iconica sulle strade milanesi.
Queste vetture non sono solo mezzi di trasporto, ma veri e propri monumenti “in movimento”, oramai fermi, che raccontano una storia di resilienza e innovazione. Con il passare del tempo, alcune di esse sono state riadattate come spazzaneve e sabbiere, trovando nuova vita all’interno di ATM per far fronte alla necessità di sabbiatura delle rotaie, in particolare durante i mesi invernali o in condizioni meteorologiche difficili. Grazie alla sabbiatura, le rotaie diventano più sicure e percorribili, prevenendo pattinamenti e slittamenti che possono verificarsi in presenza di ghiaccio o umidità.
Un mosaico di immagini realizzate negli ultimi anni ritrae le sabbiere con tutte le loro innumerevoli peculiarità estetiche. Si notino anche le differenti condizioni metereologiche ed ambientali di operatività
Il Blocco Imposto da ATM e le Sue Conseguenze
La decisione di limitare la circolazione delle vetture storiche a due assi arriva come una doccia fredda. Dietro la scelta ufficiale si cela, apparentemente, la mancata conformità ai nuovi requisiti imposti da ANSFISA, l’agenzia che norma le reti tranviarie in Italia. Invece di lavorare per ottenere le autorizzazioni necessarie e continuare a valorizzare questi mezzi, ATM sembra aver colto l’occasione per smantellare un patrimonio inestimabile, trasferendo le operazioni di sabbiatura ai camion strada-rotaia, meno affidabili e decisamente meno rappresentativi di una tradizione che appartiene alla città.
L’assenza del servizio di sabbiatura tramite tram sulla rete cittadina rappresenta un problema non solo per i cittadini milanesi e i turisti i quali non potranno più godere di una particolare attrazione storica per le strade, ma anche per la sicurezza stessa del trasporto pubblico: le sabbiere sono i primi veicoli a entrare in servizio nelle ore mattutine, prevenendo i rischi associati alle condizioni scivolose delle rotaie. Con il loro passaggio, garantiscono che le rotaie siano pronte per il passaggio delle altre vetture, offrendo un livello di sicurezza che difficilmente i mezzi alternativi possono replicare.
Il Triste Epilogo della Motrice 609
Ancora più amaro è il destino della motrice 609, radiata brutalmente dal parco mezzi. La 609 rappresentava difatti una delle vetture storiche più richieste e apprezzate per i noleggi e gli eventi. Nel 1966, come le altre vetture serie 700, venne ritirata dal regolare servizio di linea. Nel 1981 venne completamente ricostruita e riportata alla versione “anno 1924” dalle maestranze delle Officine ATM di Via Teodosio, con le linee originali ed il tono di colore giallo canarino. Dopo quasi vent’anni dal suo ritiro dal quotidiano servizio ordinario, questa vettura ricomparve revisionata a nuovo e contraddistinta dal numero 609, riprendendo a circolare per quelle vie che un tempo le furono familiari, destando nei più giovani curiosità attonita e nei più anziani la nostalgia degli anni passati a cui avevano assistito come testimoni diretti.
Questa motrice ha rappresentato un raro esempio di preservazione storica in un’epoca in cui si guarda più al futuro che al passato. Ma anche in questo caso, ATM ha dimostrato quanto poco valore attribuisca alla memoria storica della città. La radiazione ufficiale della 609 è un segno tangibile di una visione gestionale che sembra ignorare il valore del patrimonio pubblico storico.
La splendida 609 ripresa in varie occasioni in giro per la città.
Un appello di Passione Trasporti al cambiamento
Di fronte a questa situazione, è lecito chiedersi se ATM sia ancora un’azienda che rispetta e valorizza la propria storia o se abbia perso il senso delle proprie radici facendo finta di niente con eventi e campagne pubblicitarie di facciata. Da sempre la cittadinanza, i turisti e gli appassionati hanno già dimostrato di tenere a questi tram. Non è solo una questione di nostalgia o di bellezza storica, ma di rispetto per un’eredità che appartiene a tutti.
Concludiamo con l’augurio che ATM Milano ripensi alle sue decisioni e possa trovare soluzioni che permettano a questi tram storici di continuare a circolare.
Numerazione delle elettromotrici tranviarie serie 700 ATM di Milano:
ATM 700 (vettura storica ricostruita nel 1984 come unità 609 della serie 600);
ATM 701 (ex 613, vettura adibita a noleggi e rievocazioni storiche con panche longitudinali, assegnata al dep. Messina);
ATM 702 (ex 618, vettura adibita a sabbiera, accantonata inoperante presso il dep. Precotto);
ATM 703 (ex 620, vettura di servizio in livrea grigia, venduta e demolita nel 2015);
ATM 705 (ex 623 ricostruita alla fine degli anni ’40, trasformata a metà anni ’60 come veicolo di servizio bidirezionale e poi ulteriormente trasformata con la testata frontale piatta a causa di un incidente nel 1988);
ATM 706 (ex 626, vettura adibita a sabbiera, livrea a due toni verde fuori ordinanza);
ATM 707 (ex 629, demolita nel 1978);
ATM 708 (ex 630, vettura di servizio in livrea grigia, demolita nel 2015);
ATM 709 (ex 631, demolita nel 2003);
ATM 710 (ex 632, vettura di servizio in livrea grigia adibita a servizio neve, accantonata presso il dep. Messina);
ATM 711(ex 635, vettura adibita a noleggi e rievocazioni storiche con panche longitudinali, dotata di pantografo DOZLER, assegnata al dep. Baggio);
La vettura 7004 immortalata in in Via Luigi Emanueli
In servizio da oltre vent’anni, i complessi unidirezionali Eurotram (di costruzione TIBB/ADtranz/Bombardier Transportation Italy) hanno iniziato la loro carriera sulla rete ATM Milano, più precisamente, nel lontano 1999. Dopo molteplici segnali i quali lasciavano presumere in maniera sempre più insistente l’interesse da parte della municipalizzata circa il prolungamento della vita operativa di alcune unità di questa serie, garantendo loro ulteriori anni di servizio, ha avuto inizio a partire dall’11 marzo 2024, il lungo iter che vedrà condotte alla revisione 10 delle 26 vetture Eurotram totali, meglio conosciute nella città meneghina e per gli amanti dei numeri, con matricole crescenti dalla 7001 alla 7026. Le operazioni sono iniziate nella mattinata stessa di lunedì con il trasferimento del complesso articolato matricola 7004 dalle Officine Generali di Via Teodosio, verso il deposito Precotto. Gli esemplari di questa serie possono vantare diversi spostamenti di servizio avvenuti negli ultimi tra le varie sedi aziendali, nonché differenti assegnazioni di bandi a loro dedicati apparsi sul sito aziendale, facendo così presagire l’effettiva attuazione del “revamping” per uno dei tram più sfortunati della rete urbana di Milano.
Nonostante abbiano affrontato vari inconvenienti d’esercizio durante il servizio ordinario, spesso richiedendo frequenti e lunghe soste al fine di garantire la necessaria manutenzione oppure limitandone l’operatività alla sola linea 15, gli Eurotram stanno finalmente ricevendo l’attenzione necessaria per essere aggiornati e migliorare così la loro affidabilità grazie al programma di svecchiamento definito ormai qualche anno fa. Le officine designate per tale compito sono quella di Precotto e quella di Teodosio ove, in tandem, si stanno svolgendo alcune lavorazioni propedeutiche alla revisione del complesso cassa/carrelli, incentrate sull’unità 7019.
Una sequenza di immagini inerenti l’Eurotram 7004 durante il trasferimento
Saranno molteplici ed invasivi gli interventi che verranno effettuati sulle 10 unità selezionate, le cui matricole non sono ancora state rese note e che verranno probabilmente selezionate tra le vetture le quali, durante i migliaia di chilometri percorsi in servizio, hanno dimostrato maggiore affidabilità. Nel dettaglio, presso l’officina di Via Privata Anassagora, l’azione di restyling si concentrerà principalmente sugli interni. In seguito alle prove effettuate sul prototipo 7022, si è difatti deciso di migliorare l’allestimento, gli arredi e la disposizione interna dei sedili, rendendo così più agevole lo spostamento dei passeggeri tra le semicasse.
Tra i punti più salienti del progetto di riqualificazione è importante menzionare la modifica radicale della disposizione delle sedute con l’adozione di panche longitudinali del tutto simili a quelle installate sui treni Hitachi Rail “Leonardo” concepiti per l’ambito metropolitano, di colore gialle circondate da pannelli di colore bianco. Saranno anche ricollocati i mancorrenti e verrà sostituita in toto la pavimentazione. Per aumentare comfort e sicurezza nel comparto passeggeri, il sistema di illuminazione sarà interamente riprogettato con luci a LED e sarà installato un nuovo sistema di videosorveglianza. Sempre in tema di sicurezza, il noto “salottino” cieco collocato nella parte posteriore del tram subirà profonde modifiche, ospitando probabilmente uno spazio per il trasporto di biciclette e monopattini, come già sperimentato sulla vettura 7008.
Infine, per quanto concerne l’estetica volendo anche l’occhio la sua parte, la livrea originaria verde e grigio (a più toni) sarà sostituita con la ben nota colorazione a due toni di giallo. A conclusione del rinnovo citato concernente gli Eurotram, i tram circolanti a Milano saranno quindi tutti avvistabili nella discussa “giallo crema-giallo Milano”, portando così a termine il lungo percorso di unificazione della livrea sociale avviato ormai oltre dieci anni fa dal Comune di Milano. In tutto ciò, il bando di sostituzione e revamping dei carrelli portanti e dei carrelli motori assegnato a Bombardier Transportation Italy nel 2021 non ha lasciato trasparire sviluppi certi al momento della stesura dell’articolo. Allo stato attuale del progetto, anche la cabina di guida riservata al manovratore non sarà toccata da pesanti interventi.
Il trasferimento del complesso 7008 nel giugno 2021, protagonista di una serie di sperimentazioni propedeutiche per delineare i punti chiave da attuare durante il processo di “revamping”
Ultimate le lavorazioni che daranno una nuova immagine alla vettura 7004, seguiranno quasi certamente i consueti collaudi su strada, i quali permetteranno anche al pubblico più curioso di poter “sbirciare” dal vivo il risultato della revisione.
Cliccando sulla locandina è possibile visionarla nella massima risoluzione
Grazie ad un lavoro di sinergia che ha visto coinvolta anche la redazione di Passione Trasporti, sabato 30 settembre verrà presentata presso la città di Desio (MB), un’importante mostra dedicata alla storia passata e futura delle linee tranviarie che gravitavano nell’area della città brianzola, attraversandola, andando così a sensibilizzare l’importantissima tematica del trasporto pubblico locale agli occhi di chi ha visto scomparire definitivamente, negli anni, i collegamenti interurbani i quali permettevano rapidi spostamenti su ferro da e verso la città di Milano. L’evento “TRAMVAI A DES – Una Storia Da Raccontare” è frutto di un’idea dei giovani studenti Christian Chinello e Luca Milianti, appassionati e residenti nella sopracitata cittadina, i quali si sono prodigati per strutturare l’esposizione incentrandola sul tram come mezzo di trasporto, le cui rotaie correvano da Milano a Desio (ed un tempo sino a Carate Brianza), coinvolgendo nell’organizzazione i soci della Pro Loco Desio APS con il patrocinio del Comune di Desio ed il contributo, come citato in precedenza, di Passione Trasporti nonché di ulteriori appassionati ed associazioni di amatori i quali hanno concesso immagini, testi ed oggetti storici per supportare visivamente la narrazione di un’epoca che vive nei ricordi e nella memoria o nelle testimonianze giunte indirettamente alle nuove generazioni.
La tranvia Milano-Desio, conosciuta nei testi ufficiali aziendali ATM come linea 178, rappresentava un tempo una connessione vitale tra la metropoli meneghina (Via Valtellina, poi Parco Nord) e Desio, con il deposito ad oggi ancora esistente ma abbandonato in uno stato di incuria così come i rotabili ancora presenti all’interno. Le Linee Celeri della Brianza (per Desio ma anche per Limbiate), le quali hanno segnato la storia del trasporto pubblico nella provincia, sono oggi completamente sostituite tristemente da autocorse. La mostra “TRAMVAI A DES – Una Storia Da Raccontare” non si occupa solo di realizzare quindi un tributo ad un glorioso passato; è una finestra aperta, un’opportunità per discutere sul futuro della globalizzazione che deve incentivare la mobilità sostenibile rappresentata nelle sue disparate declinazioni, tra cui proprio il tram.
L’obiettivo è quello di condurre il visitatore, ripercorrendo le vicende dagli albori sino alla dismissione del servizio viaggiatori, a riflettere sulle scelte politiche e sociali ottemperate a livello locale e non dagli amministratori che si sono susseguiti e sullo stile di vita che in Italia, in Europa ma anche nel mondo sia meglio adottare per fermare pericolose derive come l’inquinamento urbano oppure la mancanza di infrastrutture e servizi cuciti su misura del cittadino. Un importantissimo dialogo sui temi descritti proposto soprattutto in vista della futura riapertura della linea 32 da Milano Maciachini a Desio, la quale accoglierà i nuovissimi e tecnologici tram articolati e bidirezionali Stadler, all’avanguardia in termini di tecnologia e sostenibilità, da poco giunti in alcuni esemplari nei depositi ATM e quasi pronti a soppiantare le vetture più datate sui servizi ordinari in ambito cittadino.
LA MOSTRA
L’inaugurazione di “TRAMVAI A DES – Una Storia Da Raccontare” è prevista in data il 30 settembre alle ore 15:30 e si terrà nei locali della suggestiva Sala Levi; un luogo che sorge a pochi passi dalla bellissima Basilica dei Santi Siro e Materno le cui leggendarie campane (dal timbro pressoché perfetto, acusticamente parlando) accompagnavano le suonate per le celebrazioni religiose allo scampanellio dei Treni Bloccati nell’arancione livrea ministeriale in transito lungo Corso Italia. Le visite guidate consentiranno al pubblico di immergersi completamente nella storia e nella tecnica del “tramvai“. L’esposizione rimarrà a disposizione di chiunque, incuriosito, vorrà sbirciare le bellissime fotografie ed i cimeli esposti fino al 10 ottobre, nell’orario dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 18:00, sotto la supervisione degli organizzatori, disponibili per chiarimenti e quesiti, appassionandosi magari ai racconti di qualche testimone dell’operosa Brianza che fu, la quale vedeva le masse operaie nel pieno boom economico spostarsi a bordo delle carrozze e motrici ATM per raggiungere il luogo di lavoro o la propria abitazione.
IL CONTRIBUTO DI Passione Trasporti
La redazione di Passione Trasporti è quindi orgogliosa di poter collaborare con Christian e gli altri organizzatori di “TRAMVAI A DES – Una Storia Da Raccontare“, fornendo preziosi esempi fotografici recenti e non, le quali arricchiranno senz’altro questa originale esposizione. L’impegno comune nella preservazione e nella promozione della storia del trasporto pubblico continua a crescere anche grazie e soprattutto ad iniziative come quella che andrà in scena a Desio, specie se avanzate da giovani appassionati intraprendenti i quali non cedono facilmente alle mode ed alle modernità prive di carattere bensì decidono di approfondire le realtà del passato per poter concretizzare importanti soluzioni nella vita di tutti i giorni per il domani comune .
Alcune delle fotografie dell’archivio PT, liberamente a disposizione sul sito nelle apposite sezioni tematiche, scattate a Desio dai testimoni degli anni di attività della tranvia interurbana
E’ tempo quindi di appuntarsi le date utili per venire a scoprire il passato e il futuro del TPL nella Brianza, nel celebrare unanimemente una realtà scomparsa che potrebbe risorgere presto dalle proprie ceneri, come una fenice. Passione Trasporti è lieta di attendere i suoi lettori il 30 settembre a Desio per iniziare come sempre, un novo viaggio.
Una movimentazione urbana probabilmente attesa dopo quella avvenuta lo scorso 20 gennaio, quando la motrice di servizio 715, accantonata presso le maestranze dell’Officina Generale di Teodosio, è stata rimorchiata a trolley abbassato sino al deposito sito in Via Messina. Questioni probabilmente di necessità e di spazio, le stesse che hanno possibilmente spinto al trasferimento la vettura 714 che sostava da anni nella medesima locazione, entrambe tutto sommato in buone condizioni estetiche ed elettromeccaniche nonostante l’inattività prolungata e l’esposizione alle intemperie (oltre che alla cannibalizzazione delle componenti).
L’invio trainato della 714 si snoda per le strade di Milano destando curiosità per un rotabile ormai sparito dalla circolazione riapparso così inaspettatamente. Il trolley tipo Dozler svetta sull’imperiale consumato e scrostato
Uno sguardo alla bidirezionalità di questa motrice, caratteristica unica spettante a ben pochi tram della rete meneghina. Sul fondo della vettura si nota una seconda area per la conduzione che si differenzia dalla principale per alcuni dettagli interni ed estetici
Per l’esecuzione materiale del traino è stata utilizzata la motrice tipo “Ventotto” 1861 (costruzione O.M., serie 1773–1882) impiegata normalmente nel servizio di linea e quindi circolante con la cromia giallo Milano e crema, profili marroni e supporti pubblicitari ormai di comune applicazione. Nel primo pomeriggio del trascorso 16 febbraio 2023, il convoglio speciale ha lasciato l’officina ATM di Via Teodosio solcando le rotaie lungo il percorso con destinazione finale la rimessa tranviaria/metropolitana nel quartiere Precotto, in Via Privata Anassagora, ove sostano tutt’oggi rotabili di un certo interesse storico e culturale (tra cui proprio i tram desiani da pochi mesi traslocati la cui vicenda è stata debitamente seguita da Passione Trasporti).
La “Ventotto” di linea unità 1861, distolta momentaneamente dal servizio commerciale, sfila per Milano con al gancio la minuta 714, in corsa verso l’officina di Via Privata Anassagora (deposito Precotto)
Come già ribadito in precedenza per quanto concerne la matricola 715, ma sempre doveroso farne menzione, si tratta di una tipologia di vetture elettriche (in corrente continua ed esclusione reostatica) a due assi con una storia particolare ed interessante. La loro origine risale al periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale quando le Officine ATM di Via Teodosio recuperarono alcuni relitti di unità appartenenti alla serie 600, tra cui alcuni truck e telai metallici ancora in buone condizioni. Venti di essi furono inviati presso gli stabilimenti della Caproni di Taliedo a Milano (nei pressi di Viale Ungheria) per essere riutilizzati come base per la costruzione di nuove vetture, assieme a motori e componenti per i circuiti di trazione. La 714, come la 715, fu compresa tra questi tram “superstiti” recuperati e utilizzati per la costruzione della nuova serie di elettromotrici dal passo corto rispetto a quelle dotate di carrelli oppure articolate. Per la realizzazione delle “nuove” 700 venne impostata una cassa in acciaio saldato unita a componentistica elettrica di nuova progettazione e comprendente anche alcuni elementi già impiegati per i tram a carrelli della serie 1500, ormai da anni ben affermati nel panorama tranviario milanese. Per ogni dettaglio tecnico e stilistico che caratterizza tali veicoli, si rimanda il lettore alle immagini a corredo del testo realizzate durante lo spostamento a bassa velocità.
Il sole invernale, divenuto più caldo nel mese di febbraio, mette in risalto le imperfezioni ma anche i dettagli della vettura 714 con il suo tono grigio e la sua fascia arancione erosi dal degrado del metallo che rivestono esteticamente. Uno sguardo tecnico sommario lascia presagire un’integrità del rotabile non banale, constatando gli anni di accantonamento a Teodosio
La resistenza al tempo ed all’incuria dettati dalla dismissione delle due motrici di servizio, meriterebbe senz’altro un occhio di riguardo speciale con un fine differente da quello della riduzione volumetrica verso la quale le unità in questione potrebbero incappare non con poche probabilità.
Primo piano sulla grafica costituita da papaveri e filo spinato scelta dal Comune di Milano per commemorare il Giorno della Memoria, come di consueto, celebrato in data 27 gennaio
Durante il terribile periodo della Seconda Guerra Mondiale, i cittadini ebrei residenti a Milano o più generalmente in Italia settentrionale, furono rastrellati dalla ferocia nazista e deportati nei tristemente noti campi di concentramento per l’attuazione della macabra “Soluzione Finale“, un progetto di morte ed epurazione folle congeniato in ogni singolo particolare tanto da destare ancora ombre, dubbi ed incertezze ai giorni nostri. Nel novembre del 1943, dopo l’occupazione tedesca delle aree precedentemente citate, vennero arrestati circa 8.000 ebrei tra la città meneghina e le zone limitrofi. Molti di loro furono condotti attraverso viaggi estenuanti stipati in carri ferroviari piombati, con la complicità dei fascisti o collaborazionisti, nei campi di concentramento di Auschwitz, Bergen-Belsen, e Mauthausen, dove inevitabilmente perirono non potendo sottrarsi ai durissimi lavori forzati, alle malattie, alla carenza di viveri o più semplicemente alle ingannevoli e promesse “docce” ma a base di Zyklon B, un insetticida dalle noti capacità distruttive sulla salute umana. Una vicenda che supera ben oltre gli orrori della guerra in atto all’epoca e che ha rivelato nel tempo episodi di disprezzo dei propri simili anche da parte dei governi del blocco sovietico o dei Paesi satelliti dello stesso rivelando così il vero volto comune delle più note figure politiche in carica durante la prima metà del 1900, destituite solo dal loro decesso senza reali e legittimi processi che le avrebbero viste condannate a severissime ed incalcolabili pene.
La Giornata della Memoria è una ricorrenza internazionalmente istituita che si celebra ogni anno il 27 gennaio, con l’obiettivo comune di ricordare tutte le vittime, i soprusi, le privazioni causate dall’Olocausto, cioè il crudele genocidio nei confronti degli ebrei d’Europa avvenuto poco prima della seconda metà del 900 ad opera della Germania nazista e dell’italico alleato a guida Benito Mussolini. Dal 20 luglio del 2000, anche in Italia è stata approvata la legge numero 211, la quale istituisce il 27 gennaio di ogni anno come “Giorno della Memoria”: una commemorazione pubblica non soltanto in riferimento alla Shoah, ma anche e soprattutto alle leggi razziali approvate dal governo italiano sotto il fascismo, in ricordo di tutti gli italiani, ebrei e non, che si sono visti trascinare con forza verso una morte insensata operata da un’idea di potenza criminale e barbara, deportati ed imprigionati e di tutti coloro che si sono opposti al regime nazista difendendo gli ideali della libertà e dei diritti umani.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala e la senatrice a vita Liliana Segre posano dinanzi il tram durante la presentazione dello stesso, presso il deposito Ticinese
A seguito della richiesta pervenuta dalla senatrice a vita Liliana Segre, il Comune di Milano, insieme ad ATM (Azienda Trasporti Milanesi), ha concesso la realizzazione di una speciale livrea rivestente attualmente la vettura tranviaria 7506, un “Sirio” articolato a 5 casse tipo 7500, classificato dalla municipalizzata meneghina con il soprannome di “Sirietto”. Il complesso prescelto, assegnato al deposito di Precotto, è stato imprestato in via eccezionale, per permettere lo svolgimento in pompa magna della cerimonia di inaugurazione, al deposito Ticinese per quanto concerne la giornata di martedì 24 gennaio. Al fine di garantirne una maggiore visibilità, la vettura circolerà sulla linea 9 della rete tranviaria, tra le più frequentate e la più vicina al Memoriale della Shoah sito nelle immediate vicinanze del capolinea di Centrale FS. La pellicola commemorativa applicata si presenta agli occhi dei passeggeri in una cromia dominata dai colori bianco, rosso e grigio con inserti rappresentanti papaveri rossi cinti da filo spinato e con iscrizioni riportanti informazioni riguardanti il giorno della memoria, con dettagli in merito al binario 21 della stazione Centrale dal quale moltissimi convogli carichi ebrei celati tra i carri merci, proprio come bestiame, partirono in viaggi di sola andata verso i campi di sterminio. Sono inoltre state oscurate in modalità inusuale le porte di accesso con una pellicola nera opaca. Puntuale alle ore 14:00, dopo le doverose ritualità previste dal momento emotivamente significativo, il tram è stato svelato alla cittadinanza nella giornata di lunedì 23 gennaio tramite una pubblicazione redatta dal Sindaco sul proprio profilo social Instagram con tanto di immagine della vettura in questione scattata all’interno del deposito cittadino di via Pietro Custodi, a cui ha avuto seguito un incontro tra Liliana Segre e lo stesso Sala. In seguito a tale momento inaugurale, il compito divulgativo del “Tram della Memoria” è iniziato il giorno successivo, martedì 24 gennaio, prendendo servizio sulla tabella 49 della linea 9. Mercoledì 25 gennaio era previsto il ritorno della vettura presso il deposito di appartenenza, non avvenuto purtroppo a causa di problemi tecnici ad un carrello intermedio ed ai display luminosi recanti la destinazione e la linea, posticipando così il rientro alla prima data successiva disponibile dopo la risoluzione dei guasti riportati.
Le immagini realizzate lungo il percorso verso Porta Genova, durante la prima giornata di servizio del “Tram della Memoria”. Si notino le porte di salita/discesa oscurate dalla pellicola opaca lungo l’interezza del vetro
La città di Milano, inoltre, ha deciso di onorare la memoria delle vittime dell’Olocausto e della deportazione degli ebrei durante la Seconda Guerra mondiale Attraverso la posa di 26 nuove pietre d’inciampo in diversi luoghi della città, per ricordare i luoghi in cui gli ebrei furono allontanati dalle proprie dimore e condotti a perire a migliaia di chilometri di distanza. Inoltre, sarà possibile assistere a diversi spettacoli teatrali in diversi luoghi prestigiosi del capoluogo di provincia come il Teatro alla Scala, per trasmettere l’importanza storica e sociale di questo tragico evento che ha coinvolto Milano, l’Italia e l’Europa affinché non possa più riproporsi, confidando nelle generazioni future, nei secoli a venire.
Uno sguardo laterale assolato sulla motrice 715: si notino tutti i particolari e dettagli in grado di renderla uno dei pochi esemplari tranviari speciali in grado di muoversi bidirezionalmente sulla rete milanese
Una fugace novità ha attraversato, proprio come una meteora, la rete tranviaria di Milano lo scorso 20 gennaio 2023. Dopo oltre un decennio di assenza dalla scena urbana, la vettura a due assi ATM 715 è stata riesumata dal piazzale dell’officina di Via Teodosio, ove giaceva accantonata ma pressoché intatta, per essere successivamente trasferita presso il deposito di Via Messina al gancio di una motrice tipo 1500.
La speciale operazione di movimentazione dal deposito Leoncavallo a quello di Via Messina è avvenuta con l’ausilio della “tipo 1928” matricola 1569, utilizzata normalmente per il servizio di linea, in livrea giallo Milano e crema.
Il percorso compiuto dalla 715 ha lambito diverse zone del capoluogo di regione dovendo ovviamente attraversare l’area cittadina a nord. In particolare, in uscita dal deposito di Via Leoncavallo intorno alle ore 13:00, il curioso tandem tranviario ha seguito l’itinerario Bacone – Vitruvio – Centrale – Filzi – Monte Santo – Garibaldi – Monumentale – Cenisio sino al deposito Messina ove ha trovato, assieme a numerose altre unità storiche (tra cui la motrice 92 e il rimorchio 161), la sua collocazione (al momento della stesura di tale testo) finale.
Una certamente gradita sorpresa manifestatasi alle porte di questo nuovo anno soprattutto a causa della lunga assenza dei tram bidirezionali con ruoli di servizio dovuta dell’adozione negli anni, da parte della stessa ATM, di nuovi mezzi di manutenzione più moderni ed efficienti e costringendo gli stessi ad un’inesorabile dismissione progressiva.
Purtroppo diventa inutile negare che, a causa del lungo periodo di sosta inattiva esposta alle intemperie assieme alla gemella 714 presso il piazzale esterno dell’Officina Generale di via Teodosio, non è stato possibile apprezzare la motrice 715 trazionare autonomamente con i propri propulsori in corrente continua ad esclusione reostatica. Tuttavia, la robustezza delle vetture costruite in passato è una testimonianza dell’abilità e della competenza dell’industria privata al servizio del trasporto pubblico di quel periodo. Infatti, la capacità di progettare e realizzare elementi strutturali durevoli con semplici materiali è una conferma del fatto che le vetture di un tempo furono ideate per non avere limite di vita operativa se non a fronte di innovazioni tecnologiche significative, di facile manutenzione e soprattutto adatte a tante situazioni resistendo al clima, alla guerra ed al vandalismo. Insomma nulla che avesse a che fare con prodotti incentrati sull’obsolescenza programmata odierna. Nonostante gli anni di abbandono, cannibalizzazione e le condizioni in cui versava ormai da anni la 715, seppur trainata, è stata in grado di circolare ancora.
Il curioso traino che ha caratterizzato il primo pomeriggio dello scorso venerdì 20 gennaio, ripreso lungo la tratta mentre ha lambito varie zone della città, anche particolarmente caratteristiche dal punto di vista architettonico
Degno di menzione, durante la marcia a poche centinaia di metri di distanza dal giungere in Via Messina, l’incrocio dei due tram accoppiati con la sabbiera uscente dal deposito sopra citato occorso in Piazzale Cimitero Monumentale, ove il complesso 1569 + 715 ha avuto la possibilità di affiancarsi, seppur per un brevissimo istante, con l’unità 713 (“verde bitonale”) in marcia verso la direzione opposta, facente parte originariamente della stessa serie di motrici a due assi a cui anche la 715 fa capolino: più di ogni altra parola per descrivere tale momento, si rimanda il lettore all’eloquenza delle immagini a corredo dell’articolo.
Lungo il tragitto tra i due depositi non manca un colpo di scena fortuito come quello offerto dall’incrocio con la sabbiera, in procinto di espletare la tabella a lei affidata per conto della rimessa di Via Messina
Rimane quindi inevitabile citare appositi aneddoti e cifre circa la matricola 715, per dovere di cronaca e completezza. La vettura trasferita è una motrice elettrica a due assi con una storia particolare ed interessante. La sua origine risale al periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, quando gli edifici e le infrastrutture di Milano vennero distrutti dai bombardamenti disposti a tappeto dalle truppe alleate. Al termine del conflitto, le Officine ATM di Via Teodosio recuperarono alcuni relitti di unità appartenenti alla serie 600, tra cui alcuni truck e telai metallici ancora in buone condizioni. Venti di questi relitti furono inviati presso gli stabilimenti della Caproni di Taliedo a Milano (nei pressi di Viale Ungheria) per essere riutilizzati come base per la costruzione di nuove vetture, assieme a motori e componenti per i circuiti di trazione. La 715 fu compresa tra questi tram “superstiti” recuperati e utilizzati per la costruzione della nuova serie di elettromotrici dal passo corto rispetto a quelle dotate di carrelli oppure articolate.
Tale serie fu ottemperata costruttivamente durante i primi anni del periodo di ripresa economica del Paese, tra la fine del 1947 e il 1949. Per la realizzazione delle 700 venne utilizzata una cassa in acciaio saldato unita a componentistica elettrica di nuova progettazione e comprendente anche alcuni elementi già impiegati per i tram a carrelli della serie 1500, ormai da anni ben affermati nel panorama tranviario milanese.
Nel caso della 715, dopo essere stata ricostruita tra il 1946 ed il 1947 sulla base della motrice prebellica 655 ed adibita inizialmente al servizio passeggeri, è stata trasformata negli anni Sessanta del secolo scorso in vettura con compiti secondari e di servizio. Nello specifico, dopo aver terminato il servizio di linea nel 1966, è stata riallestita dotandola di un secondo banco di manovra per la conduzione e la manovra, del tutto simmetrico a quello già presente e ricavato sul normale fondo della vettura (retrotreno) con l’aggiunta di un controller, un rubinetto freno e tutta la strumentazione necessaria. Oltre all’ulteriore controller, venne apposto sotto la cassa un vomere spartineve ed applicata una fascia gialla sulla livrea verde atta ad indicare la possibilità di marcia bidirezionale. Negli anni Settanta, infine venne progettata ed estesa su tutte le vetture di servizio bidirezionali, una livrea grigio chiaro con fascia gialla (o arancione a seconda delle disponivilità di deposito) tutt’ora presente anche se sbiadita sulle unità ancora esistenti. Nell’ultimo periodo di impiego, è stata poi associata al carro molatore ATM 3129 (un truck di vecchia fattura a due assi con un blocco di pietra posto al centro del pianale per aumentare la massa aderente e rendere efficace il lavoro di riprofilatura delle rotaie) per rimuovere le imperfezioni e i difetti dal piano di rotolamento del binario al fine di rendere la superficie di contatto delle ruote più uniforme, ridurre le vibrazioni, il rumore e le anomalie.
Al momento della conclusione di tale stesura, non è purtroppo noto il motivo esatto per cui la motrice 715 sia stata trasferita presso le maestranze di Via Messina. Ad informazioni più certe sarà premura della redazione la realizzazione di un apposito aggiornamento chiarificatore, non volendo attualmente sbilanciarsi dando adito a voci di corridoio errate e non confermate. Sarà ovviamente curioso seguire l’eventuale sorte della motrice gemella 714 nel caso in cui dovesse anch’essa subire la medesima sorte (collocata ancora presso le Officine Generali di Via Teodosio).
L’ultimo atto della 715 durante la fase di ingresso e ricovero presso il deposito di Via Messina. Si possono scorgere particolari che rendono uniche queste vetture come, ad esempio, le condotte pneumatiche esterne, gli specchietti retrovisori installati su entrambi i frontali ed il vomere con colorazione “zebrata” giallo/nera antinfortunistica
L’augurio (positivo) è ovviamente legato al fine ultimo di questo trasferimento ovvero la conservazione storica di queste vetture le quali per anni hanno costituito l’ossatura manutentiva della rete tranviaria milanese e che ormai da tempo giacciono in condizioni inadatte e precarie rispetto alla loro gloriosa storia operativa. La preservazione ai fini culturali di questi esempi concreti di meccanica ed elettrotecnica d’altri tempi è sicuramente l’opzione più adatta per valorizzare il patrimonio cittadino e per ricordare l’importanza del trasporto pubblico, in particolare su rotaia, nella storia secolare di Milano.
Una piccola parentesi, non meno importante, è assolutamente rivolta al piccolo ma sostanziale contributo offerto della motrice a carrelli “tipo 1928” matricola 1784, anch’essa di rientro in Via Messina dalle maestranze di Teodosio in seguito ad una sostituzione e revisione dei carrelli. La stessa ha accompagnato e scortato la vettura a due assi trainata per tutto il percorso sfoggiando però, una moderna livrea pubblicitaria. Si rimanda il lettore, infine, alle immagini relative a tale veicolo con i dettagli dei carrelli che hanno reso tanto celebri quanto indispensabili per la loro maneggevolezza i più noti tram meneghini.
La motrice tipo 1500 matricola 1784, equipaggiata con carrelli e sale recentemente revisionati e rimessi in ordine di marcia presso le maestranze dell’Officina Generale ATM di Via Teodosio