Ancora movimenti a Milano: trasferita la motrice 714

Una movimentazione urbana probabilmente attesa dopo quella avvenuta lo scorso 20 gennaio, quando la motrice di servizio 715, accantonata presso le maestranze dell’Officina Generale di Teodosio, è stata rimorchiata a trolley abbassato sino al deposito sito in Via Messina. Questioni probabilmente di necessità e di spazio, le stesse che hanno possibilmente spinto al trasferimento la vettura 714 che sostava da anni nella medesima locazione, entrambe tutto sommato in buone condizioni estetiche ed elettromeccaniche nonostante l’inattività prolungata e l’esposizione alle intemperie (oltre che alla cannibalizzazione delle componenti).

L’invio trainato della 714 si snoda per le strade di Milano destando curiosità per un rotabile ormai sparito dalla circolazione riapparso così inaspettatamente. Il trolley tipo Dozler svetta sull’imperiale consumato e scrostato
Uno sguardo alla bidirezionalità di questa motrice, caratteristica unica spettante a ben pochi tram della rete meneghina. Sul fondo della vettura si nota una seconda area per la conduzione che si differenzia dalla principale per alcuni dettagli interni ed estetici

Per l’esecuzione materiale del traino è stata utilizzata la motrice tipo “Ventotto” 1861 (costruzione O.M., serie 1773–1882) impiegata normalmente nel servizio di linea e quindi circolante con la cromia giallo Milano e crema, profili marroni e supporti pubblicitari ormai di comune applicazione. Nel primo pomeriggio del trascorso 16 febbraio 2023, il convoglio speciale ha lasciato l’officina ATM di Via Teodosio solcando le rotaie lungo il percorso con destinazione finale la rimessa tranviaria/metropolitana nel quartiere Precotto, in Via Privata Anassagora, ove sostano tutt’oggi rotabili di un certo interesse storico e culturale (tra cui proprio i tram desiani da pochi mesi traslocati la cui vicenda è stata debitamente seguita da Passione Trasporti).

La “Ventotto” di linea unità 1861, distolta momentaneamente dal servizio commerciale, sfila per Milano con al gancio la minuta 714, in corsa verso l’officina di Via Privata Anassagora (deposito Precotto)

Come già ribadito in precedenza per quanto concerne la matricola 715, ma sempre doveroso farne menzione, si tratta di una tipologia di vetture elettriche (in corrente continua ed esclusione reostatica) a due assi con una storia particolare ed interessante. La loro origine risale al periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale quando le Officine ATM di Via Teodosio recuperarono alcuni relitti di unità appartenenti alla serie 600, tra cui alcuni truck e telai metallici ancora in buone condizioni. Venti di essi furono inviati presso gli stabilimenti della Caproni di Taliedo a Milano (nei pressi di Viale Ungheria) per essere riutilizzati come base per la costruzione di nuove vetture, assieme a motori e componenti per i circuiti di trazione. La 714, come la 715, fu compresa tra questi tram “superstiti” recuperati e utilizzati per la costruzione della nuova serie di elettromotrici dal passo corto rispetto a quelle dotate di carrelli oppure articolate. Per la realizzazione delle “nuove” 700 venne impostata una cassa in acciaio saldato unita a componentistica elettrica di nuova progettazione e comprendente anche alcuni elementi già impiegati per i tram a carrelli della serie 1500, ormai da anni ben affermati nel panorama tranviario milanese. Per ogni dettaglio tecnico e stilistico che caratterizza tali veicoli, si rimanda il lettore alle immagini a corredo del testo realizzate durante lo spostamento a bassa velocità.

Il sole invernale, divenuto più caldo nel mese di febbraio, mette in risalto le imperfezioni ma anche i dettagli della vettura 714 con il suo tono grigio e la sua fascia arancione erosi dal degrado del metallo che rivestono esteticamente. Uno sguardo tecnico sommario lascia presagire un’integrità del rotabile non banale, constatando gli anni di accantonamento a Teodosio

La resistenza al tempo ed all’incuria dettati dalla dismissione delle due motrici di servizio, meriterebbe senz’altro un occhio di riguardo speciale con un fine differente da quello della riduzione volumetrica verso la quale le unità in questione potrebbero incappare non con poche probabilità.  

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