In un’epoca in cui il valore storico e il patrimonio culturale dei trasporti pubblici dovrebbero essere sempre più preservati, ATM Milano sorprende ancora una volta con una scelta discutibile che getta ombra su decenni di storia tranviaria cittadina. La decisione di revocare la circolabilità dei tram a due assi su tutta la rete rappresenta un duro colpo non solo per gli appassionati e per la storia stessa della città, ma anche per l’efficienza di un servizio essenziale come la sabbiatura delle rotaie, ora completamente affidato a vetture bimodali dalla dubbia affidabilità.
Storia dei Tram a Due Assi:
Durante il corso della Seconda Guerra Mondiale, a causa dei diversi e pesanti bombardamenti eseguiti ad opera delle truppe alleate angloamericane, la città di Milano si vide gravemente danneggiata e con essa anche gran parte del parco rotabili dell’allora Azienda Tranviaria Municipale, il quale si trovava rimessato nei suoi vari depositi.
Tra le unità dei molteplici gruppi di vetture circolanti andate perdute durante le incursioni aeree notturne (soprattutto quelle dell’agosto 1943) vi erano coinvolti anche i tram a due assi con cassa in legno, rivestita di sottile lamierino, appartenenti ufficialmente alla serie 600; un nutrito insieme di minute motrici realizzato fra il 1924 ed il 1928, costituito originariamente da 129 unità numerate dalla 601 alla 729. Le vetture messe al bando ripensate nel dopoguerra, sono tra i pochi esemplari rimasti tutt’ora a memoria di quell’epoca.


La vettura a due assi serie 600 “657” con rimorchio in via Messina durante gli anni di guerra (©ATM Milano) & La appena ricostruita vettura a due assi serie 700 “703” al traino del rimorchio serie 1200 “1203” nel 1947 (©ATM Milano). Molto particolare la barriera tra le due vetture adottata per non permettere ai passanti di transitare tra le vetture
Le vetture della serie 700 furono difatti realizzate recuperando i pezzi dalle vetture danneggiate per sopperire alle perdite subite durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e per rispondere alla crescente necessità di trasporto pubblico in una Milano che si stava risollevando. Costruite con una robusta cassa in acciaio e dotate di motori che permettevano una velocità massima di 38 km/h, queste vetture hanno servito la città per decenni, diventando una presenza iconica sulle strade milanesi.
Queste vetture non sono solo mezzi di trasporto, ma veri e propri monumenti “in movimento”, oramai fermi, che raccontano una storia di resilienza e innovazione. Con il passare del tempo, alcune di esse sono state riadattate come spazzaneve e sabbiere, trovando nuova vita all’interno di ATM per far fronte alla necessità di sabbiatura delle rotaie, in particolare durante i mesi invernali o in condizioni meteorologiche difficili. Grazie alla sabbiatura, le rotaie diventano più sicure e percorribili, prevenendo pattinamenti e slittamenti che possono verificarsi in presenza di ghiaccio o umidità.












Il Blocco Imposto da ATM e le Sue Conseguenze
La decisione di limitare la circolazione delle vetture storiche a due assi arriva come una doccia fredda. Dietro la scelta ufficiale si cela, apparentemente, la mancata conformità ai nuovi requisiti imposti da ANSFISA, l’agenzia che norma le reti tranviarie in Italia. Invece di lavorare per ottenere le autorizzazioni necessarie e continuare a valorizzare questi mezzi, ATM sembra aver colto l’occasione per smantellare un patrimonio inestimabile, trasferendo le operazioni di sabbiatura ai camion strada-rotaia, meno affidabili e decisamente meno rappresentativi di una tradizione che appartiene alla città.
L’assenza del servizio di sabbiatura tramite tram sulla rete cittadina rappresenta un problema non solo per i cittadini milanesi e i turisti i quali non potranno più godere di una particolare attrazione storica per le strade, ma anche per la sicurezza stessa del trasporto pubblico: le sabbiere sono i primi veicoli a entrare in servizio nelle ore mattutine, prevenendo i rischi associati alle condizioni scivolose delle rotaie. Con il loro passaggio, garantiscono che le rotaie siano pronte per il passaggio delle altre vetture, offrendo un livello di sicurezza che difficilmente i mezzi alternativi possono replicare.
Il Triste Epilogo della Motrice 609
Ancora più amaro è il destino della motrice 609, radiata brutalmente dal parco mezzi. La 609 rappresentava difatti una delle vetture storiche più richieste e apprezzate per i noleggi e gli eventi. Nel 1966, come le altre vetture serie 700, venne ritirata dal regolare servizio di linea. Nel 1981 venne completamente ricostruita e riportata alla versione “anno 1924” dalle maestranze delle Officine ATM di Via Teodosio, con le linee originali ed il tono di colore giallo canarino. Dopo quasi vent’anni dal suo ritiro dal quotidiano servizio ordinario, questa vettura ricomparve revisionata a nuovo e contraddistinta dal numero 609, riprendendo a circolare per quelle vie che un tempo le furono familiari, destando nei più giovani curiosità attonita e nei più anziani la nostalgia degli anni passati a cui avevano assistito come testimoni diretti.
Questa motrice ha rappresentato un raro esempio di preservazione storica in un’epoca in cui si guarda più al futuro che al passato. Ma anche in questo caso, ATM ha dimostrato quanto poco valore attribuisca alla memoria storica della città. La radiazione ufficiale della 609 è un segno tangibile di una visione gestionale che sembra ignorare il valore del patrimonio pubblico storico.





La splendida 609 ripresa in varie occasioni in giro per la città.
Un appello di Passione Trasporti al cambiamento
Di fronte a questa situazione, è lecito chiedersi se ATM sia ancora un’azienda che rispetta e valorizza la propria storia o se abbia perso il senso delle proprie radici facendo finta di niente con eventi e campagne pubblicitarie di facciata. Da sempre la cittadinanza, i turisti e gli appassionati hanno già dimostrato di tenere a questi tram. Non è solo una questione di nostalgia o di bellezza storica, ma di rispetto per un’eredità che appartiene a tutti.
Concludiamo con l’augurio che ATM Milano ripensi alle sue decisioni e possa trovare soluzioni che permettano a questi tram storici di continuare a circolare.
Numerazione delle elettromotrici tranviarie serie 700 ATM di Milano:
- ATM 700 (vettura storica ricostruita nel 1984 come unità 609 della serie 600);
- ATM 701 (ex 613, vettura adibita a noleggi e rievocazioni storiche con panche longitudinali, assegnata al dep. Messina);
- ATM 702 (ex 618, vettura adibita a sabbiera, accantonata inoperante presso il dep. Precotto);
- ATM 703 (ex 620, vettura di servizio in livrea grigia, venduta e demolita nel 2015);
- ATM 704 (ex 621, vettura adibita a sabbiera);
- ATM 705 (ex 623 ricostruita alla fine degli anni ’40, trasformata a metà anni ’60 come veicolo di servizio bidirezionale e poi ulteriormente trasformata con la testata frontale piatta a causa di un incidente nel 1988);
- ATM 706 (ex 626, vettura adibita a sabbiera, livrea a due toni verde fuori ordinanza);
- ATM 707 (ex 629, demolita nel 1978);
- ATM 708 (ex 630, vettura di servizio in livrea grigia, demolita nel 2015);
- ATM 709 (ex 631, demolita nel 2003);
- ATM 710 (ex 632, vettura di servizio in livrea grigia adibita a servizio neve, accantonata presso il dep. Messina);
- ATM 711 (ex 635, vettura adibita a noleggi e rievocazioni storiche con panche longitudinali, dotata di pantografo DOZLER, assegnata al dep. Baggio);
- ATM 712 (ex 645, vettura adibita a sabbiera);
- ATM 713 (ex 650, vettura adibita a sabbiera, frontale e retrotreno ricostruiti nel 2021 con finestrini a cremagliera);
- ATM 714 (ex 654, vettura di servizio in livrea grigia, accantonata presso il dep. Precotto);
- ATM 715 (ex 655, vettura di servizio in livrea grigia, accantonata presso il dep. Messina);
- ATM 716 (ex 656, vettura adibita a sabbiera, accantonata presso il dep. Precotto);
- ATM 717 (ex 659, vettura adibita a sabbiera, accantonata presso il dep. Precotto);
- ATM 718 (ex 666, vettura adibita a sabbiera, colorazione gialla del gancio di traino fuori ordinanza);
- ATM 719 (ex 667, vettura adibita a sabbiera);
- ATM 720 (ex 670, demolita nel 1978 presso il dep. Desio).
Questo è un altro tassello sul lento declino e decadimento dell’ATM… iniziando dalla storica linea di Milano-Limbiate, alla mancanza di autisti, al taglio delle corse di 90 linee su 130 circa, al pasticcio dei nuovi tram che dovevano circolare già da almeno un paio d’anni e alla cessione di linee in gestione ai privati.
Purtroppo non serve sbandierare solo l’apertura di M4, o gli ltre 200 autobus elettrici, forse le uniche cose positive di questi ultimi anni oltre che ai Trollino.
Ma la realtà è che sarà sempre peggio, il patrimonio storico non interessa valorizzarlo, le condizioni di lavoro sempre peggio.
Forse l’unica soluzione è la privatizzazione o che più imprese operano sul territorio milanese.
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Vero. Io ci lavoro e ATM pensa solo al progresso… Molte città hanno associazioni che si occupano della tutela dei mezzi storici come Torino, ma Milano NO. Anzi tutti coloro che la pensano come me vengono messi da parte… Ciucciarotaie (ecco il soprannome che danno ai ferramatori). Per non parlare poi di Trenord: sono fatti tutti della stessa pasta. L’ unico modo sarebbe che qualche associazione si interessi oppure che intervenga il Ministero della tutela dei beni culturali.
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Grazie per il contributo! Purtroppo si, gli appassionati non sono visti così bene dalle aziende. Avere un museo ben fatto sembra al momento un’ipotesi davvero remota
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Magari ci fosse un museo… sarebbe un’altra storia. Ed anche un vantaggio per ATM (fonte di guadagno). Invece, continua ad essere fatta piazza pulita… vedi l’ultimo esempio anche dell’ex Fiat “Buon Samaritano”.
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