Un audace ma presumibilmente meritato traguardo è stato raggiunto in questi giorni dal sito web Passione Trasporti e dalla sua community i quali, con devozione e debita gratitudine a chi ha partecipato contribuendo alla sua crescita, sono lieti di promuovere perseverando, con ancora più cura e dedizione, i valori e le tematiche che sin dalle sue prime pubblicazioni hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare attualmente l’offerta culturale e di entertainment digitale quotidianamente proposta, con contenuti nuovi, unici e frutto di una vera e propria ricercatezza tendente a raggiungere un pubblico globale rendendolo consapevole e curioso, interattivo e virtuoso.
Per l’occasione viene presentato un nuovo aggiornamento che integra la sezione “ARTICOLI” già presente nel sito. La nuova voce “EXTRA” comprende le seguenti pagine:
Articoli: contenente tutti gli articoli precedentemente realizzati andando a racchiudere anche quelli di futura stesura;
Eventi Speciali: dedicata ad eventi ed iniziative tematiche con relative descrizioni e gallerie fotografiche;
Titoli di viaggio: sezione dedicata ai biglietti e titoli di viaggio, racchiudendo oggettistica del passato e del presente;
Passione Trasporti – A TRIP IN A CLICK: una mappa interattiva dedicata ai migliori punti foto tranviari dell’area di Milano, sezione già presente sul sito ed integrata anch’essa sotto la voce “EXTRA”;
Video: filmografie inerenti il trasporto pubblico meneghino a 360°;
Siti consigliati: un pratico elenco di siti web paralleli a Passione Trasporti, per approfondire i valori e le qualità del TPL attraverso i tanti appassionati che ne sono coinvolti.
25 gennaio 2021: da un’idea ancora acerba appartenente ad un gruppo di giovani cultori milanesi viene creato il sito passionetrasporti.com nella sua essenzialità e ne viene acquistato il dominio per procedere nella crescita dello spazio digitale nell’attuale conformazione;
3 marzo2021: dopo quasi due mesi di programmazione ed impostazione del layout della pagina web, passionetrasporti.com è finalmente fruibile al pubblico con le sue molteplici aree tematiche, tra foto ed articoli;
18 luglio2021: il sito raggiunge le 100k visualizzazioni provenienti, secondo i dati forniti, da tutto il mondo.
Ad oggi il sito conta:
oltre 4000 fotografie;
53 articoli e aggiornamenti;
950 follower sulle pagine social;
319 pagine tematiche;
Doveroso il ringraziamento anche a tutti i collaboratori intercorsi durante la realizzazione delle varie proposte tematiche del sito e per le preziose immagini messe a disposizione a titolo gratuito. L’ultimo ma non meno degno omaggio va a tutti i lettori/follower di Passione Trasporti per il ragguardevole obiettivo, ribadendo la continua crescita del sito per intrattenere con tantissimi nuovi progetti.
I Jumbotram di seconda generazione sono diventati, a partire dalla fine degli anni ’70, parte integrante del panorama urbano milanese. Il segreto della loro affidabilità e rivoluzionaria progettazione si cela dietro alle novità introdotte da queste vetture, progettate con sapienza e lungimiranza oltre 45 anni fa, andando a caratterizzare i numerosi progetti successivi (ancora attuali) e segnando quindi un confine sparti acque tra un “prima” ed un “dopo” tecnologico/stilistico, specialmente nel parco veicoli di ATM a Milano.
Dopo il grande successo riscosso dalla prima generazione di Jumbotram della serie 4800, nati su elaborazione di vetture più datate, si decise di commissionare al consorzio Gruppo Aziende Italiane (G.A.I.) la costruzione di 100 vetture a grande capacità destinate a sostituire altrettante 95 motrici più anziane appartenenti alla serie 1500 (le ormai superate Ventotto).
I tram articolati a tre elementi milanesi adottarono subito questo originale soprannome derivato dall’entrata in servizio, nel medesimo periodo storico, dei primi Jumbo Jet, i famosi Boeing 747.
49194984Due vetture in livrea d’origine appartenenti rispettivamente al primo e al secondo lotto.
La prima unità delle 4900 consegnata alla cittadinanza fu la 4950 e non la 4900 come si potrebbe immaginare, seguendo una logica numerica coerente. La sua singolare presenza nel deposito ATM di Via Teodosio venne segnalata «in data 29 luglio 1976». La matricola 4900 fu presentata ai giornalisti il 7 ottobre 1976.
Le successive vetture furono consegnate al ritmo di circa quattro complessi al mese, dal gennaio 1977 al dicembre 1978 (due per serie), in seguito, esaurita la serie 4950÷4999, due al mese fino al giugno 1979. Seguirono prove di resistenza e solidità delle apparecchiature elettriche/meccaniche, consistenti in un adeguato periodo di rodaggio e una prova a pieno carico (con il peso massimo di occupanti a bordo trasportabile). I primi 5 esemplari entrarono in servizio per la precisione il 26 marzo 1977.
Una nuova concezione di tram
Lo styling era stato affidato ai noti designer industriali Giovanni Klaus Koenig e Roberto Segoni: il nuovo tram colpì per l’immagine moderna ed essenziale, per il comfort e per i sistemi di sicurezza di cui era dotato. Venne effettuato un vero e proprio lavoro di “pulitura” da tutti gli elementi che potevano rappresentare un costo o un’assenza di razionalità.
Bruno Munari, noto artista e designer, a riguardo si espresse:
“L’intenzione del designer è dare qualità alla quantità. […] Come si vede, design è quando si semplifica e si facilita l’uso. Styling è quando si aggiungono valori di moda, colori, forme, materiali che hanno la durata di una stagione di moda, ma non migliorano le funzioni.“
Caratteristiche e innovazioni
Le vetture sono state assemblate e suddivise in due lotti:
4900÷4949: costruzione Fiat Ferroviaria Savigliano, equipaggiamento elettrico Ercole Marelli – ASGEN;
4950÷4999: ostruzione Officine Meccaniche della Stanga di Padova, equipaggiamento elettrico AEG – Telefunken.
Panoramica della vettura 4946: esterni, banco di manovra e comparto viaggiatori.
Le vetture serie 4900 non sono solamente dei complessi tranviari a grande capacità ma rappresentano un punto di svolta per quanto concerne la tecnica e l’innovazione nel settore ferrotranviario:
Per la prima volta in Italia l’ossatura delle vetture era interamente costituita da estrusi di lega di alluminio (come alcune automotrici elettriche leggere realizzate per le FS o convogli ad utilizzo metropolitano);
I carrelli OMS BE 4/8 costruiti su licenza Schlieren garantivano un nuovo sistema di sospensione estremamente flessibile;
Tutte le porte di salita e discesa erano allineate su un unico piano in in modo da favorire il movimento dei passeggeri in salita ed in discesa nonché il controllo delle porte da parte del conducente; le porte d’accesso furono cosi’ progettate in previsione della tranviarizzazione in sede propria della circolare 90/91, progetto succesivamente abortito;
I sedili erano fissati completamente a sbalzo sulle fiancate per facilitare la pulizia del pavimento;
La possibilità, grazie alle modularità del progetto, di variare la composizione del tram in diverse soluzioni;
Il radiotelefono consente al manovratore in ogni istante di ricevere o dare comunicazioni alla sala operativa preposta al coordinamento e controllo dell’esercizio;
L’apparato di diffusione sonora consente al manovratore di comunicare tempestivamente ai passeggeri notizie che possono agevolare la funzionalità del servizio;
L’impianto TV a circuito chiuso per il controllo delle porte è costituito da un monitor posto sul banco di manovra e da telecamere sistemate in corrispondenza delle porte da controllare;
Il sensibile aumento della velocità massima consentita (da 45 a 60 Km/h).
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Modifiche e allestimenti sperimentali
Motrici articolate certamente di pregio, come illustrato fino ad ora, ebbero però alcuni problemi ad affrontare determinati percorsi della rete tranviaria meneghina. Le curve, infatti, furono il vero tallone d’Achille delle 4900: l’asimmetria permetteva di disporre tutte le porte sullo stesso piano ma la coda, nonostante le varie avvertenze riportate in vista sulla cassa circa il mantenersi a debita distanza di sicurezza, causa schiacciamento, rappresentava un pericolo concreto per pedoni e veicoli complice l’eccessivo ingombro della sagoma durante la fase di svolta. In seguito ad un grave incidente avvenuto nel settembre del 1980, tra il 1982 e il 1984 venne ricostruita la rastrematura di coda in modo da risultare simmetrica. Questa operazione di carpenteria venne svolta dalla Fiat Ferroviaria di Savigliano, per quanto riguarda alcune vetture, mentre le restanti dalle Officine Generali di Via Teodosio.
Nel corso degli anni le vetture 4900 sono state oggetto di alcuni allestimenti sperimentali:
4916: allestimento sperimentale con equipaggiamento a chopper;
4917: allestimento sperimentale con carrelli TIBB a boccole interne;
4949: allestimento sperimentale con carrelli TIBB a boccole interne;
4980: allestimento sperimentale con sospensioni pneumatiche, dal 1986 poi estese a tutta la serie.
Dalla seconda metà degli anni ’90 le vetture vennero progressivamente dotate di velette a matrice di punti.
Le 4900 negli anni duemila
Nel periodo a cavallo tra il 2000 ed il 2006, lo schema di coloritura subì qualche leggera variazione rendendole però meno dettagliate come in origine: scomparve la banda nera sotto il muso, il sotto cassa ricevette una tonalità di grigio più scura e la cornice del faro/matricola divenne arancione, uniformandosi al resto della cassa.
Le ultime vetture a mantenere la livrea d’origine furono le matricole 4930 e 4950. Altre hanno mantenuto nel tempo la cornice del fanale asimmetrico grigia mentre altre ancora hanno visto solo la rimozione della spessa linea nera.
Diverse versioni delle livree vestite dalle vetture serie 4900.
Nel 2007 la vettura 4977, costruita da OMS nel 1977, è stata dotata di pantografo asimmetrico monobraccio tipo LEKOV, successivamente esteso a tutta la serie. Nel 2008 la serie 4951÷4999 e le vetture 4918, 4922, 4923 e 4947 sono state dotate di impianto A/C.
Per permettere l’installazione dell’aria condizionata le vetture cambiarono, dovettero essere adattate e mutarono d’aspetto. Per questo, alcune componenti vennero collocate sull’imperiale, altrettante altre nel comparto passeggeri, dove vennero resi ciechi tre finestrini nel lato interbinario.
Il revamping
Il 6 ottobre 2011 viene presentata ai giornalisti la prima “quattromila novecento” ad essere sottoposta alle operazioni di revisione generale e revamping. Trattasi della vettura 4950 consegnata ad ATM Milano nel luglio 1976.
A partire dall’anno 2014 i complessi tranviari serie 4900÷4949 sono stati sottoposti a revisione generale e ad un importante intervento di revamping al fine di ripristinare l’integrità delle parti meccaniche, introdurre modifiche impiantistiche per apportare/migliorare decise funzionalità tra cui il comfort, la sicurezza ed il consumo energetico ai livelli comparabili a quelli di una vettura di nuova fabbricazione.
Con la consegna dell’ultima vettura – la 4946 – nel 2020 si sono conclusi gli interventi di revisione generale e revamping di 51 vetture serie 4900.
Il rinnovamento degli interni e degli esterni è stato curato dallo studio Bruno & Partners. La nuova livrea, tigrata, e le nuove forme del muso e della coda, donano certamente alle 4900 un aspetto più dinamico e moderno, sottolineato da apparecchiature esterne decisamente di recente introduzione quali veletta luminosa a led più risaltante, gruppo ottico migliorato e maggiorato.
Due esemplari di 4900 riprese durante le finiture del processo di “svecchiamento” presso la ditta SITAV (PC). Particolare fotografico del banco di manovra e interni di una vettura riqualificata.
In seguito alle operazioni di riqualificazione ha avuto luogo un nuovo periodo di prova del veicolo al fine di testare l’efficienza dello stesso prima della messa in servizio, come avvenne proprio in origine con i primi esemplari consegnati.
Superata la fase di collaudo tecnico la vettura può essere immessa in servizio regolare di linea, pronta a sferragliare (meno rumorosamente) sulla rete tranviaria della città lombarda.
Questi interventi hanno permesso a tale serie di motrici tranviarie una seconda vita operativa, regalando al pubblico attenzione alla mobilità ed ai sistemi attraverso i quali viene attuata, soddisfacendo milioni di passeggeri che ogni anno usufruiscono del suddetto sistema di trasporto urbano a Milano.
Oggi è tempo di debite celebrazioni, festeggiando e ricordando con parole, immagini e fantasia un viaggio lungo 45 anni: tanti auguri Jumbotram, admaiora semper.
Il mitico “gamba de’ legn” della tranvia interurbana Milano – Magenta/Castano Primo, con il suo lento sbuffare ritmico, è ormai solo un lontano ricordo, nella memoria di chi l’ha vissuto ma non di chi ne ha solamente sentito raccontare dai presenti di un’epoca in cui il vapore era il deus ex machina, l’unica forza conosciuta per muovere macchine ed idee. Ecco perché nell’hinterland milanese, più precisamente a Sedriano, rimane ancora traccia di quegli antichi fasti. In questa località la linea si divideva in due diramazioni: quella per Castano primo, chiusa nel 1952, e quella per Magenta, soppressa con la chiusura completa della direttrice avvenuta il 30 agosto 1957.
In Via San Massimo sembra prendere vita il murales che ritrae la MMC 108, una locomotiva tranviaria costruita nel 1908 da St. Leonard, ritratta in una scena quotidiana: il tram sgomita tra la condensa, le case ed i passanti con la sua andatura oscillante, quasi zoppicante da cui verosimilmente parrebbe aver preso il nome secondo alcune dicerie locali.
Dalla soppressione della linea tranviaria il servizio tra Milano e Magenta è stato esercitato, sino ad oggi, sempre con autobus. Nello scorcio sottostante un’immagine dei tempi che cambiano, il “gamba de’ legn” pare quasi cedere il passo, o meglio la ruota, ad una moderna vettura gommata dell’azienda Movibus.
Oltre a questo piccolo scorcio, sono molte le iniziative ed i luoghi legati a tali leggendari tram semoventi grazie al fuoco di una caldaia ed al classico sistema biella-manovella per il moto. Nella mappa sottostante sono stati riportati alcuni angoli della Lombardia che meritano almeno una volta, una visita per scoprire quanta strada il trasporto pubblico abbia percorso sino ad affermarsi, in modo così rivoluzionario, al giorno d’oggi grazie anche ad innovativi sistemi di propulsione di recente applicazione.
È opera di queste ore, sul sito ufficiale del Comune di Milano, la pubblicazione di un importante documento elaborato il 13 luglio scorso e frutto di dibattito della seduta telematica avvenuta tra i membri del consiglio di Municipio 1 del capoluogo lombardo. Come ordine del giorno, approvato all’unanimità, la valorizzazione delle vetture tranviarie storiche ATM a scopo turistico e culturale, ovvero, una presa di posizione importante su una questione da tempo rimandata o taciuta tanto da decretare il destino di numerosi veicoli di grande interesse storico in maniera definitiva ed irrecuperabile. Una strada lunga da percorrere, anche per sensibilizzare la coscienza dell’azienda municipalizzata che al momento non prospetta uno scenario adeguato a quest’originale attrattiva, la quale, in luoghi come Torino è, ad esempio, molto più sentita e rilanciata, con uno scontato ritorno di pubblico interessato veramente numeroso.
Nel testo, sono moltissimi i passaggi che vengono affrontati e le novità da introdurre proposte come carne sul fuoco, per sfruttare al massimo il “tesoro” celato da troppo tempo tra le mura dei depositi di mamma ATM. Importanti sono le condizioni emerse del materiale rotabile e delle strutture del deposito dismesso di Desio (MB) così come la collezione Ogliari del museo Volandia di Somma Lombardo (VA). Vetture e motrici che reclamano certamente giustizia, dopo l’onorato servizio prestato durante un secolo che, nonostante l’avvento della tecnologia, non le ha mai condannate in fretta e furia alla fiamma ossidrica grazie alla loro semplicità e robustezza in esercizio. L’istituzione di un museo, infatti, potrebbe racchiudere almeno in forma statica tanti pezzi di non quantificabile interesse mentre quelli ancora atti, potrebbero ogni giorno percorrere la città lungo un percorso realizzato su misura per toccare i luoghi più prestigiosi della città, un’ipotizzata linea 20, con un massimo di 4 o 5 tabelle, sia per giorni festivi che lavorativi. Da citare la figura chiave di Mattia Abdu, appassionato ma anche assessore di zona nell’ambito Urbanistica e Mobilità, il quale, da conoscitore, riporta differenti e precise matricole di vetture le quali potrebbero rivivere una seconda giovinezza proprio sui binari o, per lo meno, non nelle file degli accantonati nella cosiddetta Area 51 di ATM o meglio conosciuta come deposito Precotto.
Ecco quindi il desiderio di riabilitare, oltre alle classiche tipo 1928, le care serie 700, con allestimento per passeggeri, l’unità 609 di grandissimo valore per l’epopea tranviaria milanese, l’unità 5137 già protagonista nei mesi trascorsi di un glorioso ritorno nel deposito Baggio, l’unità 4825 da ripristinare funzionalmente e l’effimera nonché sperimentale vettura 4500 “tram innovativo a pavimento ribassato”, frutto nel 1984 di un Frankenstein by OMS ottenuto da due Ventotto incidentate. Il documento si conclude con paragrafi immancabili riguardanti lo stato di conservazione e manutenzione di quanto precedentemente citato intraprendendo azioni di tutela e di censimento al fine di scongiurare abomini quali demolizioni, cannibalizzazioni o cessioni a terzi/privati.
Grazie all’audace azione dall’assessore Abdu, rincarata e supportata da chi ha a cuore questo patrimonio pubblico, è auspicabile il poter iniziare ad ammirare i primi segnali di cielo sereno ed azzurro, oltre la coltre di nubi che imperversavano da decenni sui destini di agglomerati semoventi ferrosi e lignei, plasmati da antichi operai-artigiani per poi consacrarli al mito della storia attraverso il silenzioso lavoro quotidiano che dalla notte dei tempi contraddistingue il rapporto, dapprima tra uomo ed animale, in seguito tra uomo e macchina.
La documentazione inerente la seduta del 13/07 è riportata di seguito nella sua interezza, fruibile dal lettore.
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La storia della vettura 1949 risale, come tutte le Ventotto, alla fine degli anni ’20. Venne infatti consegnata il 25 novembre 1929 dalle Officine Elettro-Ferroviarie Tallero (OEFT) in livrea, allora in uso, a due toni di verde. Nel 1935 venne aggiunta la mezza porta posteriore che venne poi raddoppiata al pari delle porte anteriore e centrale nel 1939.
Nel luglio 1971 la vettura ha ricevuto, con la sua prima revisione generale, la cromia arancio ministeriale ed ha regolarmente svolto servizio passeggeri sino al dicembre del 2000. Venne poi selezionata, nel gennaio 2001, per essere utilizzata come vettura adibita alla verifica dell’ingombro esercitato dai neonati Sirio mediante l’applicazione di alcuni spessori esterni simulanti la sagoma dei nuovi tram, collegati a sensori controllati da una postazione appositamente collocata a bordo della vettura stessa, nel comparto passeggeri.
Per diverso tempo, ha svolto il compito di traino per le vetture articolate delle serie 7100, 7500 e 7600 che venivano scaricate dai relativi trasporti eccezionali gommati, provenienti dalle linee di produzione, in Piazza Axum e condurle ai rispettivi depositi tranviari destinati ad accoglierle.
Dopo oltre 27 anni dall’ultimo ingresso in officina per revisione, la 1949 è stata sottoposta a nuovi interventi di restyling tra il 2019 e il 2020 presso le Officine Generali ATM di Teodosio riacquistando un vivido color arancione come ne testimoniano le immagini a corredo del testo.
Il 17 giugno 2021, è quindi stata trainata dalla gemella ma ancora in servizio ordinario 1747, dal deposito Precotto effettuando l’itinerario dep. Precotto – P.le Egeo – V.le Fulvio Testi – V.le Marche – V.le Lunigiana – Stazione Centrale – Via Vitruvio – P.le Bacone – V.le Abruzzi – P.za Aspromonte – Via Antonio Porpora diretta verso le Officine Generali di via Teodosio al fine di apportare alcune modifiche post-revisione che probabilmente le permetteranno di viaggiare autonomamente una volta concluse le lavorazioni.
Il 27 maggio 2021 è venuta a mancare l’étoile Carla Fracci, divenuta icona nazionale nonché mondiale per essere stata una delle più eccelse ballerine del ventesimo secolo. Il comune di Milano ha deciso di ricordarla e celebrarla rivestendo una vettura tranviaria di un bianco candido, con la modesta ma ben composta dicitura in rosso “Milano per Carla Fracci”.
L’iniziativa è stata subito avanzata dal sindaco Giuseppe Sala, in seguito ai funerali (celebrati il 29 maggio) della quasi ottantacinquenne artista prima danzatrice della Scala di Milano, ed è stata ben accolta da ATM che ha realizzato per l’occasione, giusto il tempo tecnico di ideare, trasporre ed applicare la singolare dedica, una veste adatta alla selezionata vettura 1880, l’ultima delle 125 unità della serie “Carrello” 1500 per il servizio di linea ad essere sottoposta alla Revisione Generale.
Dal 7 giugno la vettura circola ufficialmente sulla linea 1 transitando proprio davanti il Teatro alla Scala, omaggiando anche sonoramente, con la squillante campanella di cui ogni tram è dotato, la memoria della Fracci e del padre tranviere.
Da menzionare anche una splendida iniziativa tenutasi proprio il giorno delle esequie, voluta e sentita dai tranvieri di Milano, con i tram della linea 1 in servizio deputati a “scampanellare” simbolicamente, dalle ore 12:00 alle ore 18:00, ad ogni passaggio dinanzi lo splendido teatro sito in Via Filodrammatici, a pochi passi dal Duomo. In particolare ed accolta da un grande applauso della folla, la vettura 1785, in direzione Greco, è apparsa vestita a lutto durante la cerimonia funebre con una rappresentanza dell’Azienda Trasporti Milanesi: a corredo le bandierine delle grandi ricorrenze svolazzanti sopra la cabina del manovratore e la veletta rigida, normalmente utilizzata come supporto pubblicitario, divenuta una grande fascia nera da requiem.
La continua espansione della rete di trasporti meneghina determinò l’esigenza di costituire un’azienda speciale autonoma per svincolare un servizio così importante dalle lungaggini burocratiche.
Il 22 maggio 1931 il Podestà di Milano Marcello Visconti di Modrone dichiarò costituito il Servizio Tranviario in Azienda Autonoma Municipalizzata. Nacque così l’Azienda Tranviaria Municipale. L’A.T.M. iniziò a operare dal punto di vista amministrativo dal primo gennaio del 1932.
Il biglietto per i 90 anni
In occasione di questi 90 anni ATM ha previsto l’emissione di un biglietto speciale – la prima in assoluto con il sistema tariffario STIBM – in vendita dal 15 al 30 maggio presso le biglietterie automatiche e le rivendite.