È opera di queste ore, sul sito ufficiale del Comune di Milano, la pubblicazione di un importante documento elaborato il 13 luglio scorso e frutto di dibattito della seduta telematica avvenuta tra i membri del consiglio di Municipio 1 del capoluogo lombardo. Come ordine del giorno, approvato all’unanimità, la valorizzazione delle vetture tranviarie storiche ATM a scopo turistico e culturale, ovvero, una presa di posizione importante su una questione da tempo rimandata o taciuta tanto da decretare il destino di numerosi veicoli di grande interesse storico in maniera definitiva ed irrecuperabile. Una strada lunga da percorrere, anche per sensibilizzare la coscienza dell’azienda municipalizzata che al momento non prospetta uno scenario adeguato a quest’originale attrattiva, la quale, in luoghi come Torino è, ad esempio, molto più sentita e rilanciata, con uno scontato ritorno di pubblico interessato veramente numeroso.


Nel testo, sono moltissimi i passaggi che vengono affrontati e le novità da introdurre proposte come carne sul fuoco, per sfruttare al massimo il “tesoro” celato da troppo tempo tra le mura dei depositi di mamma ATM. Importanti sono le condizioni emerse del materiale rotabile e delle strutture del deposito dismesso di Desio (MB) così come la collezione Ogliari del museo Volandia di Somma Lombardo (VA). Vetture e motrici che reclamano certamente giustizia, dopo l’onorato servizio prestato durante un secolo che, nonostante l’avvento della tecnologia, non le ha mai condannate in fretta e furia alla fiamma ossidrica grazie alla loro semplicità e robustezza in esercizio. L’istituzione di un museo, infatti, potrebbe racchiudere almeno in forma statica tanti pezzi di non quantificabile interesse mentre quelli ancora atti, potrebbero ogni giorno percorrere la città lungo un percorso realizzato su misura per toccare i luoghi più prestigiosi della città, un’ipotizzata linea 20, con un massimo di 4 o 5 tabelle, sia per giorni festivi che lavorativi. Da citare la figura chiave di Mattia Abdu, appassionato ma anche assessore di zona nell’ambito Urbanistica e Mobilità, il quale, da conoscitore, riporta differenti e precise matricole di vetture le quali potrebbero rivivere una seconda giovinezza proprio sui binari o, per lo meno, non nelle file degli accantonati nella cosiddetta Area 51 di ATM o meglio conosciuta come deposito Precotto.


Ecco quindi il desiderio di riabilitare, oltre alle classiche tipo 1928, le care serie 700, con allestimento per passeggeri, l’unità 609 di grandissimo valore per l’epopea tranviaria milanese, l’unità 5137 già protagonista nei mesi trascorsi di un glorioso ritorno nel deposito Baggio, l’unità 4825 da ripristinare funzionalmente e l’effimera nonché sperimentale vettura 4500 “tram innovativo a pavimento ribassato”, frutto nel 1984 di un Frankenstein by OMS ottenuto da due Ventotto incidentate. Il documento si conclude con paragrafi immancabili riguardanti lo stato di conservazione e manutenzione di quanto precedentemente citato intraprendendo azioni di tutela e di censimento al fine di scongiurare abomini quali demolizioni, cannibalizzazioni o cessioni a terzi/privati.


Grazie all’audace azione dall’assessore Abdu, rincarata e supportata da chi ha a cuore questo patrimonio pubblico, è auspicabile il poter iniziare ad ammirare i primi segnali di cielo sereno ed azzurro, oltre la coltre di nubi che imperversavano da decenni sui destini di agglomerati semoventi ferrosi e lignei, plasmati da antichi operai-artigiani per poi consacrarli al mito della storia attraverso il silenzioso lavoro quotidiano che dalla notte dei tempi contraddistingue il rapporto, dapprima tra uomo ed animale, in seguito tra uomo e macchina.


La documentazione inerente la seduta del 13/07 è riportata di seguito nella sua interezza, fruibile dal lettore.







Ho letto ieri il documento. È una bella notizia. Oltre al museo dei tram servirebbe anche per gli autubus e le filovie. A Londra il museo dei trasporti da diversi anni è una realtà consolidata. L’avevo visitato due anni fa ed è organizzato molto bene.
Sul ripristino delle vetture adibite a servizi turistici, da bambino ricordo che c’era la linea 20 e durante EXPO era stato creato un servizio simile ma entrambi con poco successo.
Il servizio turistico deve essere valorizzato da ATM e non solo dalle agenzie turistiche che affittano la 1503, 1723 o 1980. Ad esempio la 1503 dovrebbe essere valorozzata e pubblicizzata di più e non solo tramite un tour privato da 25/30 euro.
Per fortuna siccome ero dello staff ho avuto la possibilità di salire più volte sulle vetture che ho citato prima. 😃
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Ovviamente, la presenza di un luogo che comprenda e racchiuda diversi ricoveri per i differenti mezzi è la soluzione migliore. Da sempre ho immaginato uno spazio aperto e chiuso dove coesistessero una piccola officina per mantenere i tram/bus/filobus operativi e poi ci fosse lo spazio museale solamente per le vetture statiche. Mentre le prime sarebbero utilizzabili grazie ad un allacciamento alla rete urbana, le altre sarebbero mirabili da visitatori in diverse aree con ambientazioni ricostruite. Vedremo, e speriamo bene, se con questa seduta qualcosa si sblocca in fatto di sensibilizzazione interna all’azienda che da quanto lascia intendere, il settore storico e culturale latita moltissimo.
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Anch’io avevo pensato ad una soluzione del genere. Forse una soluzione chiusa sarebbe la migliore per evitare le interperie.
Sugli autobus, mi sembra al momento che sono solo due quelli storici, sicuramente servono autorizzazioni specifiche.
Sulle filovie e tram potrebbero circolare. Per le filovie forse è più complicato trovare un percorso turistico adatto però l’idea non sarebbe male
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