Violente raffiche di vento si sono abbattute in Lombardia nei giorni scorsi, raggiungendo punte di velocità da primato, addirittura tra in 90 e i 110 km/h. Il Favonio, o Föhn, caratterizzato da masse d’aria secca e calda, ha scavalcato con veemenza la catena montuosa alpina discendendo da nord, causando non pochi danni a strutture, edifici, arredi urbani nonché al servizio pubblico dei centri abitati padani, su tutti nell’immediato circondario del capoluogo di regione. Per poter idealizzare mentalmente la dimensione concreta dell’accaduto basti pensare che, solo nella prima mattina di lunedì 7 febbraio, sono stati almeno un centinaio gli interventi gestiti dai Vigili del Fuoco nella sola città di Milano. Alberi, rami, coperture, oggetti e rifiuti sono stati gettati al suolo, divelti o addirittura scagliati a distanza sotto un cielo così terribilmente sereno, omaggiato da un’aria pulita ed sole splendente, decisamente unici nel susseguirsi stagionale del clima padano.
Una situazione climatica comunque che non deve destare l’allarme generale in quanto il Favonio, è un elemento tipico dello scenario invernale post natalizio in Val Padana, meno consueta è però la sua presenza, nonché intensità, che ha bussato alle porte della grande metropoli. La formazione così come la forza, sono tutto frutto dell’effetto che i rilievi montuosi operano fisicamente tentando, passivamente, di contrastare con la loro massa ed altitudine le grandi correnti d’aria cariche di umidità. Nel sormontare le gelide vette, lo stesso fluido gassoso (che nell’ascesa è definito Stau) perde la precedentemente citata umidita in esso contenuta per effetto della condensazione, raggiungendo quindi la valle in condizione di totale assenza di componente acquea vaporizzata e con una temperatura nettamente più alta di quella di partenza.
La conta dei danni è ben presto nota: il servizio tranviario e stradale di ATM è stato rallentato o sospeso principalmente per l’interruzione dell’energia elettrica o del percorso stesso causa caduta di rami spezzati sulla catenaria oppure direttamente dai grandi alberi non più solidali con il terreno che ne ospitava le radici le quali, in città, non sono poi così libere di crescere ancorandosi saldamente al suolo essendo spesso e volentieri appartenenti a piante relegate in spazi delimitati da cemento o asfalto (spartitraffico o aiuole in genere).
L’azienda municipalizzata ha quindi prontamente diramato sugli appositi organi di riferimento digitali (applicazione ufficiale e social, vedi sopra) tramite il coordinamento della sala operativa, un apposito comunicato specificando le modifiche e rimodulazioni garantite nell’offerta del trasporto, impiegando anche autocorse sostitutive. Non sono mancate operazioni di soccorso da parte del personale interno ATM grazie alla flotta comprendente anche mezzi adatti a questo tipo di eccezionalità oltra alla normale manutenzione ordinaria/straordinaria che coinvolge la rete. In Via Fabio Filzi, un grosso tronco ha letteralmente impossibilitato la marcia della vettura 7607, urtandola e paralizzando anche gli altri tram a seguire. Disagi importanti anche in zona Piazza Prealpi e Piazzale Antonio Cantore.




Danni addirittura per la “cattedrale” ferroviaria, ovvero, la stazione di Milano Centrale, con lo scoperchiamento di alcune lamiere di copertura del fabbricato viaggiatori marmoreo e la caduta di diversi pannelli interni costituenti il lucernario dell’area un tempo destinata alle biglietterie, oggi una navata di transito pedonale per i viaggiatori.
Lungo Viale Fulvio Testi e Viale Ca’ Granda la scena non cambia. Anche qui la vegetazione che solitamente omaggia i lunghi tratti stradali ha dettato legge, costringendo altrettanti veicoli tranviari a richiedere soccorso, complici i trolley spezzati o piegati e la mancanza di alimentazione dovuta alla rottura delle mensole che sorreggono i cavi di alta tensione costituenti la catenaria, imprescindibile fonte di energia che rende possibile la trazione elettrica. L’intervento di FFO e tecnici è stato pressoché tempestivo, a loro infatti va sempre il ringraziamento della città e di chi vi abita grazie al provvidenziale compito della sicurezza e senso del dovere nei momenti di emergenza.
Tra i curiosi episodi verificatisi nella giornata di lunedì, è certo degno menzionare la discesa in campo di una vera chicca ATM ormai storica se pur ancora straordinariamente operativa. L’occasione ha visto il ritorno in strada del Carro Soccorso FIAT 160F26, punzonatura di servizio 9339, immatricolato nella provincia di Milano nel lontano 1983. Venne allestito come veicolo speciale dalla Carrozzeria Baribbi (fondata dall’omonimo Franco Baribbi, ex presidente del Brescia Calcio dal 1982 al 1989), un’azienda di circa 600 dipendenti con tre sedi in Italia, specializzata nella modifica di mezzi stradali prevalentemente a marchio IVECO.




A corredo dell’articolo, una serie di immagini realizzate sul territorio cittadino proprio durante i momenti più salienti e critici dei disagi causati dalle raffiche d’aria. A partire già da martedì 8 febbraio la circolazione ha ripreso il suo corso sino a tornare regolarmente esercita. Non sono passati inosservati i trasferimenti delle vetture incidentate tra i vari depositi per intraprendere le dovute misure manutentive e rimetterle di conseguenza in sesto.















Il tram danneggiato verrà demolito? La vettura di servizio che purtroppo non ho mai visto anche se è stata immatricolata 39 anni fa mi ricorda molto quelle da traino delle filovie (serie 9934-9939)
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Ciao Gianluca, tutti i tram verranno regolarmente riparati e reimessi in servizio. La vettura 7607 è già in lavorazione presso il deposito Ticinese ma ci vorrà qualche tempo prima di rivederla in servizio, curioso è vedere come nei punti danneggiati sia riaffiorata la vecchia livrea verde presente ormai più di 10 anni fa. Il rivedere in servizio la 9339 è stata sicuramente una sorpresa per tutti.
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Molto bene! 🙂 La qualità della vernice o pellicola applicata sulla livrea verde è bassa o non è stata fatta bene.
In settimana ho letto su Autobusweb che il nuovo Caetano ad idrogeno potrebbe fare tappa a Milano (https://www.autobusweb.com/caetanobus-idrogeno-brescia-arriva-italia/).
Infine, ieri un Trollino sulla 93 aveva la veletta “TERMINA LAMBRATE” su una riga. Credo di non averla mai vista. I CityClass ed in qualche occasione le vetture serie 100 e 700 hanno usato la solita su due righe, con il “termina” in minuscolo e l’aggiunta dell’FS alla fine.
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Eh si, tutte le velette TERMINA dei Trollino sono su una sola riga essendo i display di questi ultimi AeSys (quindi programmati diversamente). Interessante l’idrogeno Toyota! Staremo a vedere quando giungerà qua, in questi giorni c’è un CityMood elettrico a San Donato invece. Speriamo che tornino in servizio i Citaro ad idrogeno che ora sono tornati presso i rispettivi stalli
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Non sapevo che per i Trollino fosse solo su una riga. Però ora che ci penso, quando due anni fa giravano in formazione conducenti era su una riga.
Non conosco il CityMood elettrico, andrò a documentarmi.
Sui Citaro ad idrogeno spero di rivederli, ormai sono 8 mesi che non si vedono più. Ormai anche loro hanno 10 anni
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Ora ho focalizzato a chi appartiene il CityMood, ex Menarini 😃
Dimenticavo che da settimana scorsa c’è un BredaBus di 18 metri a Molise. Lo si può vedere nei pressi dell’ingresso dell’edificio bianco. Di solito non dovrebbe essere a Novara?
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Ciao, ti segnalo che utimamente vari Breda sono in prestito a Molise. Nell’ultimo periodo è stato possibile vedere 216 e 219 sulla 92. Comunque Molise dispone di 6 Breda assegnati che però sono quasi sempre in prestito a Novara.
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Grazie Gabriele! Io ultimamente ho visto in Formazione conducenti verso Susa.
Certo, il sogno sarebbe vederlo sulla 93 così come la matricola 302, ma forse sarà impossibile.
Una cosa curiosa che ho rivisto dopo diverso tempo è stata la veletta laterale della 93, quindi solo il numero di colore rosso.
Ho anche una foto 🙂
Credo che sia a qualche limitazione di fine anni ’80 o inizio ’90 magari a Piazzale Gorini o Lambrate. Verso sud di sicuro no anche perché la 93 fino ad Aprile 1985 fermava in Gabrio Rosa (https://digilander.libero.it/Cristian1989/cronofilobus.html). Poi non so se il tipo di velette della serie 900 avevano la stessa forma della matricola 721 ricostruita (https://www.behance.net/gallery/94020097/Trolleybus-of-Milan-collection/modules/543244125, https://www.behance.net/gallery/94020097/Trolleybus-of-Milan-collection/modules/543244125). Io la veletta 93 rossa l’ho vista sulla vettura 955, però sia davanti e dietro, tutte velette classiche nere.
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