La stazione di Milano Porta Genova rappresenta uno degli impianti ferroviari più significativi della storia milanese, non solo per la sua lunga operatività, ma anche per il profondo legame con l’evoluzione urbana e infrastrutturale della città.
La stazione fu inaugurata il 17 gennaio 1870 con il nome di Milano Porta Ticinese, come stazione di transito della ferrovia per Mortara. All’epoca la linea aveva origine dalla vecchia stazione Centrale di Milano e si sviluppava passando a ovest del centro cittadino, secondo un assetto ferroviario oggi completamente scomparso. La realizzazione dello scalo fu talmente rilevante per la città che il varco nelle mura spagnole denominato “Porta Genova” venne aperto appositamente per consentire l’accesso alla nuova infrastruttura ferroviaria, sottolineando il forte impatto della ferrovia sull’assetto urbano.
Nel corso del tempo, l’impianto iniziò a essere identificato informalmente come Porta Genova, denominazione che rifletteva ormai l’uso comune e il riferimento territoriale. Il cambio di nome divenne ufficiale nel 1923, quando la stazione assunse definitivamente la denominazione di Milano Porta Genova, anche se numerose testimonianze indicano che tale nome fosse già in uso da anni.
Un momento chiave nella storia della stazione si ebbe nel 1931, con la riorganizzazione del nodo ferroviario milanese. In quell’occasione fu soppresso il tronco ferroviario che collegava Porta Genova allo scalo di Milano Sempione e alla vecchia Stazione Centrale. A seguito di questa modifica, Milano Porta Genova perse la funzione di stazione di transito e divenne una stazione di testa, assumendo il ruolo di capolinea della relazione ferroviaria per Mortara, funzione che ne avrebbe caratterizzato l’esercizio per decenni.
Un treno speciale per uno storico addio
Il treno storico di Fondazione FS è partito alle 9:05 diretto a Milano San Cristoforo, dove ha effettuato l’inversione di marcia ed è entrato a Milano Porta Genova. Durante la sosta di un’ora è avvenuta una cerimonia con le autorità per l’addio del treno.
La E636 è stata dunque sganciata e il treno è partito alle 11 verso Mortara. Ha effettuato fermate per servizio viaggiatori a Milano San Cristoforo, Abbiategrasso e Vigevano, oltre a una sosta per incrocio a Parona Lomellina.
Di seguito, la 636.161 è giunta isolata a Mortara ed è stata agganciata alla testa del treno, pronto per tornare a Milano.
Nel frattempo, la 640.121 è stata sganciata e inviata a Novara per mezzo della 445.1034, giunta con un invio storico da Alessandria.
Il treno è quindi ripartito alle 14:50, per giungere a Milano Centrale alle 16:40, fermando a Vigevano, Abbiategrasso e Milano San Cristoforo.
Di seguito, la composizione del treno storico in partenza da Milano Centrale:
640.121
625.177
Vettura “ tipo 1935”
Vfrz “Grillo”
Bagagliaio DI
Corbellini
3 centoporte
Generatore Vrec
636.161
La nuova S19 e il prolungamento Milano-Mortara
Nasce la linea suburbana S19, che collegherà Albairate a Milano Rogoredo con due corse all’ora per direzione, su tutta la giornata. Fermerà a Gaggiano, Trezzano sul Naviglio, Cesano Boscone e Corsico; da Milano San Cristoforo, percorrerà la Cintura Sud ferroviaria – oggi servita solo dalla S9 Saronno-Albairate – toccando Milano Romolo, Milano Tibaldi (Università Bocconi), Milano Scalo Romana e Milano Rogoredo.
Contemporaneamente, la linea Alessandria-Mortara-Milano devierà da Milano San Cristoforo lungo la Cintura Sud fino a Rogoredo, eliminando il servizio commerciale a Milano Porta Genova.
Nella notte tra il 5 e il 6 novembre, un nuovo protagonista dell’Alta Velocità europea ha varcato le Alpi,
È il TGV-M, la più recente evoluzione dei treni francesi firmati Alstom per SNCF Voyageurs, giunto in Italia per iniziare la lunga fase di prove tecniche necessarie alla certificazione sulla rete RFI.
Il TGV-M intercalato tra i carri scudo
Dal Frejus a Bologna: il primo viaggio italiano
Il convoglio, identificato come unità 1401, è entrato in Italia attraverso il valico di Modane, proseguendo poi lungo la direttrice Torino – Novara – Milano prima di raggiungere la sua destinazione: il circuito di Bologna San Donato, dove resterà per i prossimi mesi per una serie di test approfonditi.
A trainarlo, una doppia di locomotive TRAXX DC di Captrain Italia: in testa la 494 505 nella classica livrea sociale, seguita dalla 494 705 in livrea Railpool.
Il treno era accompagnato da 18 carri scudo, indispensabili per garantire il corretto peso frenato durante il trasferimento.
L’intero convoglio in transito presso Tavazzano
Test e obiettivi: interoperabilità e futuro commerciale
Con l’arrivo a Bologna, il TGV-M entra ufficialmente nella fase operativa dei test in vista della certificazione sulla rete italiana.
Le prove comprenderanno verifiche su sistemi di segnalamento, trazione, frenatura e compatibilità elettrica, elementi fondamentali per ottenere l’autorizzazione alla circolazione sull’infrastruttura AV nazionale e assicurare la piena interoperabilità tra Francia e Italia.
Un treno pensato per la nuova Alta Velocità
II TGV-M, cuore del progetto Avelia Horizon, rappresenta la nuova generazione dell’Alta Velocità francese: un convoglio più modulare, capiente ed efficiente, progettato per ridurre i consumi energetici fino al 20% rispetto ai TGV Duplex oggi in servizio.
Queste caratteristiche, unite a una maggiore flessibilità operativa e costi di manutenzione inferiori, preparano il terreno al debutto commerciale previsto per il 2027, quando SNCF Voyageurs lancerà i propri servizi AV anche sulla rete italiana.
L’arrivo del TGV-M segna così l’inizio di una nuova stagione di competizione sull’Alta Velocità, che vedrà confrontarsi sui binari italiani i Frecciarossa 1000 di Trenitalia, gli AGV 575 di Italo e la nuova punta di diamante della tecnologia ferroviaria francese.
A corredo, il video del lungo convoglio ripreso a Tavazzano.
Cliccando sulla locandina è possibile visionarla nella massima risoluzione
Grazie ad un lavoro di sinergia che ha visto coinvolta anche la redazione di Passione Trasporti, sabato 30 settembre verrà presentata presso la città di Desio (MB), un’importante mostra dedicata alla storia passata e futura delle linee tranviarie che gravitavano nell’area della città brianzola, attraversandola, andando così a sensibilizzare l’importantissima tematica del trasporto pubblico locale agli occhi di chi ha visto scomparire definitivamente, negli anni, i collegamenti interurbani i quali permettevano rapidi spostamenti su ferro da e verso la città di Milano. L’evento “TRAMVAI A DES – Una Storia Da Raccontare” è frutto di un’idea dei giovani studenti Christian Chinello e Luca Milianti, appassionati e residenti nella sopracitata cittadina, i quali si sono prodigati per strutturare l’esposizione incentrandola sul tram come mezzo di trasporto, le cui rotaie correvano da Milano a Desio (ed un tempo sino a Carate Brianza), coinvolgendo nell’organizzazione i soci della Pro Loco Desio APS con il patrocinio del Comune di Desio ed il contributo, come citato in precedenza, di Passione Trasporti nonché di ulteriori appassionati ed associazioni di amatori i quali hanno concesso immagini, testi ed oggetti storici per supportare visivamente la narrazione di un’epoca che vive nei ricordi e nella memoria o nelle testimonianze giunte indirettamente alle nuove generazioni.
La tranvia Milano-Desio, conosciuta nei testi ufficiali aziendali ATM come linea 178, rappresentava un tempo una connessione vitale tra la metropoli meneghina (Via Valtellina, poi Parco Nord) e Desio, con il deposito ad oggi ancora esistente ma abbandonato in uno stato di incuria così come i rotabili ancora presenti all’interno. Le Linee Celeri della Brianza (per Desio ma anche per Limbiate), le quali hanno segnato la storia del trasporto pubblico nella provincia, sono oggi completamente sostituite tristemente da autocorse. La mostra “TRAMVAI A DES – Una Storia Da Raccontare” non si occupa solo di realizzare quindi un tributo ad un glorioso passato; è una finestra aperta, un’opportunità per discutere sul futuro della globalizzazione che deve incentivare la mobilità sostenibile rappresentata nelle sue disparate declinazioni, tra cui proprio il tram.
L’obiettivo è quello di condurre il visitatore, ripercorrendo le vicende dagli albori sino alla dismissione del servizio viaggiatori, a riflettere sulle scelte politiche e sociali ottemperate a livello locale e non dagli amministratori che si sono susseguiti e sullo stile di vita che in Italia, in Europa ma anche nel mondo sia meglio adottare per fermare pericolose derive come l’inquinamento urbano oppure la mancanza di infrastrutture e servizi cuciti su misura del cittadino. Un importantissimo dialogo sui temi descritti proposto soprattutto in vista della futura riapertura della linea 32 da Milano Maciachini a Desio, la quale accoglierà i nuovissimi e tecnologici tram articolati e bidirezionali Stadler, all’avanguardia in termini di tecnologia e sostenibilità, da poco giunti in alcuni esemplari nei depositi ATM e quasi pronti a soppiantare le vetture più datate sui servizi ordinari in ambito cittadino.
LA MOSTRA
L’inaugurazione di “TRAMVAI A DES – Una Storia Da Raccontare” è prevista in data il 30 settembre alle ore 15:30 e si terrà nei locali della suggestiva Sala Levi; un luogo che sorge a pochi passi dalla bellissima Basilica dei Santi Siro e Materno le cui leggendarie campane (dal timbro pressoché perfetto, acusticamente parlando) accompagnavano le suonate per le celebrazioni religiose allo scampanellio dei Treni Bloccati nell’arancione livrea ministeriale in transito lungo Corso Italia. Le visite guidate consentiranno al pubblico di immergersi completamente nella storia e nella tecnica del “tramvai“. L’esposizione rimarrà a disposizione di chiunque, incuriosito, vorrà sbirciare le bellissime fotografie ed i cimeli esposti fino al 10 ottobre, nell’orario dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 18:00, sotto la supervisione degli organizzatori, disponibili per chiarimenti e quesiti, appassionandosi magari ai racconti di qualche testimone dell’operosa Brianza che fu, la quale vedeva le masse operaie nel pieno boom economico spostarsi a bordo delle carrozze e motrici ATM per raggiungere il luogo di lavoro o la propria abitazione.
IL CONTRIBUTO DI Passione Trasporti
La redazione di Passione Trasporti è quindi orgogliosa di poter collaborare con Christian e gli altri organizzatori di “TRAMVAI A DES – Una Storia Da Raccontare“, fornendo preziosi esempi fotografici recenti e non, le quali arricchiranno senz’altro questa originale esposizione. L’impegno comune nella preservazione e nella promozione della storia del trasporto pubblico continua a crescere anche grazie e soprattutto ad iniziative come quella che andrà in scena a Desio, specie se avanzate da giovani appassionati intraprendenti i quali non cedono facilmente alle mode ed alle modernità prive di carattere bensì decidono di approfondire le realtà del passato per poter concretizzare importanti soluzioni nella vita di tutti i giorni per il domani comune .
Alcune delle fotografie dell’archivio PT, liberamente a disposizione sul sito nelle apposite sezioni tematiche, scattate a Desio dai testimoni degli anni di attività della tranvia interurbana
E’ tempo quindi di appuntarsi le date utili per venire a scoprire il passato e il futuro del TPL nella Brianza, nel celebrare unanimemente una realtà scomparsa che potrebbe risorgere presto dalle proprie ceneri, come una fenice. Passione Trasporti è lieta di attendere i suoi lettori il 30 settembre a Desio per iniziare come sempre, un novo viaggio.
Una notizia ormai ufficiale, secondo le ultime dichiarazioni di ATM, è quella che nessuna testata la quale si occupi quotidianamente di trasporti e mobilità, incentivandole, vorrebbe mai battere: l’ultima tranvia interurbana che collega Milano alla Brianza, conosciuta più freddamente sui quadri orario come linea 179, è giunta letteralmente al capolinea. Dal 1° di ottobre la centenaria direttrice sarà sostituita, con buona pace dei pendolari e dei tanti affezionati al simpatico “Frecciarancio”, da un collegamento svolto da autocorse il quale, parallelamente, seguirà la tranvia sulla trafficatissima SP 44 in entrambi i sensi.
La motrice storica 92 tipo “Reggio Emilia”, appena riverniciata, è stata esposta nel 2017 a Gorgonzola a ricordo della tranvia (anch’essa soppressa ma sostituita con la linea metropolitana M2)Prove di ingombro per stabilire le caratteristiche di acquisto dei nuovi tram e valutarne la compatibilità con l’esercizio della Milano-Limbiate. Era il 12 giugno 2017
La vettura 92 in deposito a Varedo nel 2020, anno in cui la linea ha celebrato un secolo di esercizio con una madrina su rotaia di tutto rispetto ad aprire i festeggiamenti
Stando al verdetto ormai decretato dall’azienda esercente, il termine ultimo per salutare e mirare ancora in servizio questo particolare quanto unico collegamento tranviario, è sicuramente venerdì 30, corrente mese ed anno. In seguito al rientro dell’ultimo complesso di motrici nella serata di tale data, salvo imprevisti o cambi di politiche interne nonché miracoli mantenendo antiche promesse elettorali, alcun tram solcherà e fischierà più con il suo riconoscibile richiamo acustico, gli antichi binari posati tra Milano e la Briansa.
Locandina ufficiale con cui ATM ha dato comunicazione della totale soppressione e sostituzione del servizio tranviario con le autocorse della linea 165e l’aggiornamento in parallelo disponibile sul sito ufficiale ATM
Un doveroso commiato attanaglia il cuore di chi lotta sempre per il diritto e la facilitazione d’accesso ad una mobilità sempre più “smart”, più “green” ed altre importanti parole di stampo internazionale, purtroppo ancora lontana dalle vere necessità di chi più ne ha bisogno per essere libero di vivere senza barriere nel mondo moderno. Un addio che vuole dimostrarsi più un “arrivederci” per la secolare ed umile istituzione semovente ferrata, linea tranviaria fautrice della “carrozza di tutti”, massima istituzione democratica ed educativa, scuola ambulante di cortesia e di relazioni civiche ma anche testimone dell’evoluzione storica e sociale della provincia milanese, brianzola e delle generazioni di uomini che hanno creduto nell’idea di un futuro migliore per tutti.
I Treni Bloccati, colonna portante delle tranvie interurbane milanesi e delle prime linee metropolitane. Saranno questi veicoli a percorrere gli ultimi chilometri che separano la Milano-Limbiate dalla chiusuradefinitiva, venendo successivamente dismessi
“L’estate sta finendo, e un anno se ne va”, Passione Trasporti raddoppia, si espande e migliora.
Durante la bella ed afosa stagione gli aggiornamenti si sono inevitabilmente interrotti ma il team di Passione Trasporti ha continuato a lavorare per offrire contenuti di qualità e sempre al passo con le richieste da parte di un pubblico esigente. Nei mesi più caldi dell’estate sono state implementate nuove architetture del sito e relative pagine, nuove aziende e due sezioni tematiche completamente inedite: “Trasporto ferroviario” e “Simulazione“. Al contempo è stata aggiornato il menù di navigazione del sito con l’introduzione delle sopra citate sezioni principali e con il raggruppamento dei mezzi di ATM Milano in un’unica pagina intuitiva e di immediato utilizzo.
Inedita ed interattiva sezione dedicata alla simulazione digitale su piattaforma OMSI 2 per PC. Sono disponibili nuovi repaint delle più note vetture di ATM Milano realizzati da Passione Trasporti. Altri contenuti verranno in seguito aggiunti altri elaborati in quanto già in preparazione ed in fase di sviluppo e testing finale.
Sezione dedicata al trasporto ferroviario con rotabili e relative IF (pubbliche e/o private) attualmente operativi, esistenti sul territorio nazionale, europeo ed internazionale. Uno spazio digitale che conta oltre 400 foto inedite, contemporanee e storiche; classici della ferrovia all’italiana appartenenti al gruppo Ferrovie dello Stato. Sono già in fase di realizzazione nell’architettura del sito altrettante divisioni dedicate a società private italiane ed estere.
Per l’edizione 2022 dei “Luoghi Del Cuore” indetta dal F.A.I. – Fondo Ambiente Italiano è stata nuovamente proposto tra i soggetti in concorso, la rimessa tranviaria interurbano ATM di Desio (MB), comprendente un ricco piazzale animato (si fa per dire) ancora da vetture dal gran valore storico e culturale, assolutamente degne di vivere una seconda vita da veri e propri oggetti narranti le vicissitudini sociali del territorio di Milano e della Brianza. Una storia segnata da lunghe carovane multicolore su rotaie che univano ogni giorno, specialmente negli anni ruggenti dello sviluppo economico, il centro città ai principali centri abitati sviluppatisi nell’area di Monza, a nord di Bresso e Sesto San Giovanni. Mille sfaccettature di un tempo in cui il tram era sinonimo di integrazione ed uguaglianza, le quali sono state ingiustamente abbandonate al disinteresse più totale, ai vandali e ad un’insolita colonia felina che contribuiscono a rendere in un futuro sempre più prossimo, irrimediabilmente irreparabile questa lunga storia italiana di tram e viaggiatori, macchina e uomo. Ecco perché la semplice e democratica espressione popolare attraverso l’antichissimo gesto del voto, forse non più così in voga ultimamente, deve poter concedere una possibilità a Desio ed a parte della sua essenza.
La locandina ufficiale dell’evento del FAI relativa al deposito ATM di Desio (ex STEL)
I “Luoghi Del Cuore” è una campagna nazionale, attiva da diversi anni, nata per la difesa e la preservazione dei luoghi italiani da non dimenticare, promossa dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo. È il più importante progetto italiano di sensibilizzazione sul valore dell’immenso patrimonio nostrano che permette ai cittadini di segnalare al FAI, attraverso un censimento biennale, gli spazi che necessitano di essere portati all’attenzione di progetti di riqualifica e relativi investitori, al fine di compiere restauri, messe in sicurezza ed infine, la fruibilità completa al pubblico. Dopo tale censimento, le realtà che hanno raggiunto una soglia minima di voti entrano a far parte di una classifica generale che ne decreterà il vincitore entro un tempo stabilito.
Un treno bloccato TB800 riqualificato sosta lungo il muro perimetrale del deposito costeggiante Corso Italia
La storia del deposito Desio
Il deposito tranviario ATM di Desio, fu costruito nel 1926 dalla STEL (Società Trazione Elettrica Lombarda) a servizio della tranvia Milano Carate-Giussano che la stessa azienda aveva rilevato due anni prima dalla Lombardy, con l’impegno a elettrificare la linea. Il 1° luglio 1939, le linee gestite dalla STEL passarono in mano alla ATMI (Azienda Tranviaria Municipale Interurbana), in seguito incorporata in ATM, attuale proprietaria dell’area. Il deposito è rimasto attivo fino al 30 settembre 2011, quando la linea tranviaria è stata sostituita da un blando servizio di autocorse con fermata proprio nel golfo di sosta dinanzi il caratteristico fabbricato giallognolo in stile liberty piuttosto semplice e classica scritta “ATM” tricolore. Scelte di partito, forse elettorali, ed aziendali hanno contribuito ad inceppare per sempre la magia del tram che attraversava fischiando educatamente lungo il centro dei paesi coinvolti e nella campagna che preannunciava l’ingresso nell’area meneghina.
Il complesso rappresenta un importante esempio di archeologia industriale. Basti pensare al solo sistema di rotaie che compie, per effettuare le manovre dei convogli tra strada e piazzale interno, quello che in gergo tecnico viene chiamato “cappello di prete“, sfruttando la presenza di due ingressi e del capolinea posto qualche centinaio di metri oltre il deposito lungo la viabilità urbana. Inoltre all’interno della suddetta area sono rimessati, purtroppo in precarie condizioni, ben 42 rotabili storici originali ATM.
Panoramica del piazzale del deposito desiano comprendente caratteristiche elettromotrici di differenti epoche e differente aspetto costruttivo
Il Ministero dei Beni Culturali lo scorso anno ha evidenziato a tutela del luogo e delle vetture, le conformi caratteristiche per rientrare sotto quanto previsto dai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (DL 22 gennaio 2004, n. 42). Dal 2018 è comunque presente una specifica petizione sulla piattaforma Change.org, ad opera del fotografo nonché cultore del tema Stefano Paolini (admin del sito e forum personale Photorail – Italian Railway Photos Online) liberamente firmabile per richiedere la modifica dei trattati di demolizione dei mezzi tranviari ancora in loco. Tutti gli aggiornamenti a riguardo sono nell’apposita sezione del noto sito di mozioni popolari.
Oggigiorno, come riferimento per i poco avvezzi, l’ultimo esempio tangibile di collegamento interurbano ancora in esercizio, con caratteristiche del tutto simili all’esperienza tranviaria desiana, è la direttrice ATM 179 con deposito a Varedo, il quale vede i treni arancioni denominati affettuosamente dai residenti “Frecciarancio”, correre tra Mombello (frazione di Limbiate) e Comasina, periferia di Milano con interscambio M3 e autobus, da quando il segmento di binari diretto sino allo storico capolinea di Via Valtellina è stato interrotto. Anch’essa vive una condizione di continua precarietà con le attuali norme sulla sicurezza sempre più stringenti e soluzioni per gli adeguamenti necessari che ritardano ad essere attuate, costringendo ad una riduzione (già in atto) dei turni effettuati fino ad una non impossibile cessazione di ogni servizio in favore degli anonimi automezzi che normalmente espletano corse sostitutive in alcune fasce orarie. Un gruppo specifico sul social network Facebook, gestito dagli stessi dipendenti ATM, permette di seguirne le vicissitudini quotidiane. Politiche sempre più burocraticamente lente, fondi inizialmente investiti e successivamente dirottati altrove, progetti e modifiche degli stessi ai quali non tutti sono concordanti sono le principali cause dello sfacelo per quanto riguarda spesso e volentieri i servizi del TPL in Italia.
La motrice 46 nel 2008, distrutta da un incendio (con cause poco chiare) lo scorso febbraio
Il tempo per operare e strappare alla demolizione questa opera civile ed il suo contenuti risulta quasi esaurito. Non sufficienti le incursioni negli anni caratterizzate da atti gratuiti di vandalismo e da falsi “cultori” in cerca di souvenir, un incendio dalle cause poco chiare divampato il 26 febbraio 2022 alle ore 15:00 circa, ha minato la sorte di due elettromotrici: la tipo “Desio” matricola 46 e la tipo “Reggio Emilia” numero 85. Pur spento tempestivamente dai VVF, non ha lasciato scampo alla loro fragile integrità.
Di seguito, per completezza d’informazione, quali e quante unità sono quindi ancora potenzialmente recuperabili (per una migliore visione d’insieme consultare la piantina):
Motrici tipo “Desio” (anno 1926): 45, 47 e 48;
Motrici tipo “Reggio Emilia” (anno 1928): 87 e 89;
Motrici OM con carrello Brill 77E (anno 1931): 95;
Motrici OM con carrello Brill 77E2 (anno 1930): 93, 94;
Locomotore Costamasnaga (anno 1928): 101;
Motrici Breda tipo “Littorina” (anno 1935): 114;
Motrici OEFT (anno 1936): 122;
Rimorchi Carovana (anno 1918-1923, trasformazione 1963): 177 e 179;
Rimorchi Costamasnaga (anno 1918-1923, trasformazione 1961-1963): 181;
Rimorchi Breda con porte all’estremità: 308 e 309;
Treni Bloccati TB500 (anno 1953, trasformazione 1961-1964):
541(Rp)+506(M)+542(Rp)
531(Rp)+512(M)+533(Rp)
553(Rp)+501(M)+554(Rp)
547(Rp)+511(M)+548(Rp)
Treni Bloccati TB800 (anno 1941, trasformazione 1964):
831(Rp)+801(M)+832(Rp)
839(Rp)+804(M)+840(Rp)
833(Rp)+802(M)+834(Rp)
841(Rp)+806(M)+842(Rp)
(Rp = unità rimorchiata pilota | M = unità motrice)
Di seguito è possibile collegarsi, tramite pulsante interattivo, direttamente alla pagina del FAI relativa al deposito tranviario di Desio nella sezione “Luoghi Del Cuore” ove, previa iscrizione tramite registrazione my FAI al sito, è possibile votare tale area per portarla sino ai primi posti della classifica nazionale.
Il 7 marzo scorso, presso la sede del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Milano, è stata trasferita tramite carrello stradale per trasporti eccezionali un’elettromotrice della linea metropolitana 2 meneghina distolta dal servizio. Grazie ad una collaborazione con la stessa ATM ed una società appaltata specializzata nella movimentazione di carichi così inusuali, è stato possibile recapitare direttamente il rotabile ferroviario nel cortile interno della caserma di Via Messina.
Alcune delle sequenze più salienti della movimentazione del rotabile ATM, dal deposito alla caserma
L’elemento, separato dalla sua composizione completa, ha visto lasciare il deposito M2 di Famagosta sfilando lungo le strade di Milano per un ultimo viaggio in superficie a bordo del bilico messo a disposizione da CORTI Autotrasporti, con apposito rimorchio dotato di sistema per il carrellamento di mezzi ferroviari. La sua collocazione finale si trova sul piazzale entro le mura perimetrali del Comando dei VVF menzionato in precedenza, ove è stato allestito uno spazio dedicato con tutti gli elementi atti a simulare lo scenario normalmente presente in ambito metropolitano, percorso quotidianamente ed ordinariamente dai convogli (fino a poco tempo fa identici a quello ceduto in fotografia): dalle rotaie alle traversine, sino al profilato metallico con fase elettrica laterale per completare una vera e propria ricostruzione dei sistemi elettromeccanici tipici delle linee M1, M2 e M3 della cosiddetta “underground” milanese.
Nelle settimane successive al suo stanziamento, l’elettromotrice verrà maggiormente distinta in modo speculare con un cambio livrea adottando il bianco/rosso M1 su circa metà cassa (mantenendo il restante bianco/verde M2 ma sottintendendo anche M3) e specifiche insegne atte a stabilire su quale tipologia di veicolo passeggeri sotterraneo si stia effettuando l’eventuale simulazione.
Nello specifico, per i più curiosi sul tema ecco qualche informazione più dettagliata a riguardo. Si tratta della motrice matricola ATM 353 costruita dal consorzio FIAT Ferroviaria, TIBB e SOCIMI nel lontano 1985.
Le elettromotrici ET 245 “V lotto” sono state, fino a non molto tempo fa, delle Unità di Trazione (UdT) in servizio sulla linea metropolitana M2, caratteristica per la particolare circolazione promiscua della tratta sia in superficie che ambito sotterraneo (la quale prevede, tra le tante cose, un regolamento del segnalamento luminoso in coda del tutto particolare, con una luce rossa fissa e la seconda lampeggiante, come a molti sarà capitato di notare viaggiando nelle gallerie della città).
Nel 1985 sono state realizzate, per la precisione, 14 UdT dalle precedentemente citate Fiat Ferroviaria, TIBB e SOCIMI, abbinate a coppie di due complessi (in comando multiplo) per formare un cosiddetto treno composto in totale da sei elementi. Sono entrate in servizio in concomitanza con l’apertura dei prolungamenti della direttrice stessa da Gorgonzola a Gessate e da porta Genova a Romolo.
Quest’elettromotrice era nota in composizione insieme alla gemella 352 e relativa rimorchiata rimorchiata 2126. A sua volta questa Unità di Trazione si trovava accoppiata, nell’ultimo avvistamento noto, con un complesso gemello formando il convoglio [355 + 2127 + 354] + [352 + 2126 + 353]. Il 31 dicembre 2021 è stata distolta dal servizio regolare di linea insieme alle altre unità superstiti del gruppo. La motrice, prima di questo formidabile destino come banco di prova per l’effettuazione di manovre ed interventi di soccorso simulati, è stata rimessata presso il deposito M2 dal momento del suo accantonamento.
Manovre per il posizionamento della motrice entro il cortile del Comando Provinciale e foto di gruppo
Come riportato dalla nota del Comando stesso, verrà impiegata per ogni attività addestrativa utile alla conoscenza delle attrezzature destinate al sollevamento dei convogli in caso di emergenza, come ad altre situazioni che possono incorrere alle linee metropolitane. Questa unità, testimone di un periodo di piena maturità del design industriale italiano applicato al comune mezzo di trasporto pubblico, vivrà una seconda vita affinché il personale VVF possa, attraverso molteplici strutture, assicurare il soccorso anche nelle condizioni più difficili e nella massima sicurezza nonché preparazione.
L’elettromotrice in attesa di lasciare definitivamente il deposito ATM per essere successivamente carrellata
Tutte le immagini a corredo dell’articolo provengono dalla pagina Facebook del Comando dei Vigili del Fuoco di Milano. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, attraverso i relativi canali mediatici, produce contenuti propri testuali, fotografie, video e altri materiali multimediali che sono da considerarsi in licenza Creative Commons CC BYND 3.0 e possono essere riprodotti liberamente, citando la fonte. (Social media policy VVF)