Primo collaudo della nuova metrotranvia 7 di Milano

La nuova metrotranvia in cantiere. Da Urbanfile

I tre tram escono dal deposito Precotto

I quattro mezzi sfilano lungo via Tremelloni

Le tre vetture ferme sul rettilineo di via Adriano

L’Unimog 9418 durante uno dei giri di prova sull’anello

Le tre vetture fanno ritorno verso il centro

Planimetria dell’incrocio Tremelloni-Anassagora, con relativi scambi. Da Urbanfile

Fine di un’era: Seconda vita per i Citelis arancioni.





Consegnato il secondo treno “Galileo” per la metropolitana di Milano. Prosegue il rinnovo della flotta M1 e M3 [VIDEO]


Lavori al deposito Baggio

Addio alle Motrici Serie 4600: Si Chiude un capitolo di storia del Trasporto Pubblico Milanese

Un tram chiamato Frecciarancio [VIDEO]

Si è congedato fischiando l’ultima volta in un’uggiosa serata di fine settembre, il convoglio tranviario che ha effettuato la corsa di fine turno sulla tranvia la quale collega da oltre un secolo la metropoli meneghina con la Brianza, lambendo i comuni limitrofi di Varedo e Limbiate. Un servizio ridimensionato nei decenni fino ad assumere l’attuale configurazione isolata dalla rete urbana di Milano (sui documenti ufficiali aziendali “linea 179”), ovvero con i due capolinea rispettivamente collocati presso l’interscambio di superficie della metropolitana linea M3, nel quartiere Comasina, ed in Via Monte Grappa, a pochi passi dal noto ospedale psichiatrico G. Antonini di Mombello.

Un TB della serie 800 (unità 833 e rimorchi) incrocia a Paderno Dugnano la “Littorina” 122, entrambi ormai nell’elegante livrea arancione ministeriale con fasce grigie superiori ed inferiori. Siamo a ridosso dei primi anni 2000

Un binario singolo (scartamento 1445 mm) caratterizzato da tre punti di raddoppio in fermata per incrocio e due binari di sosta per entrambe le estremità della tratta. In questa modalità i tram hanno continuato a circolare in entrambe le direzioni senza difficoltà, rispettando anche le direttive introdotte da USTIF (Ufficio Speciale Trasporti a Impianti Fissi) con il rifacimento parziale dell’infrastruttura da giugno a settembre 2017, dopo aver suddiviso la linea in sezioni associate a colori e rispettive tabelle portatili, scambiate in incrocio dagli equipaggi dei tram procedenti in sensi opposti garantendo così una sorta di giunto fisico e la sicurezza del tratto di linea da percorrere privo di altri rotabili. Procedendo in un’ipotetica corsa da Milano Comasina a Limbiate Mombello sarà possibile affrontare dapprima la sezione di colore rosso, successivamente quella gialla, poi quella verde ed infine quella blu. Lo storico deposito dei primi anni del ‘900, molto simile come stile liberty industriale all’omologo del defunto asse interurbano tra Milano e Desio, sorge a Varedo e si innesta sulla linea con un semplice scambio che costringe i treni in uscita verso Limbiate, all’inizio del turno, ad effettuare un cambio di banco dopo aver superato, quindi liberato, il deviatoio in direzione sud. A dirigere il traffico di questa orchestra elettromeccanica, la sala operativa remota con Dirigente Unico sita in Via Monte Rosa a Milano.

L’energia elettrica viene immessa sulla catenaria sino al sistema di captazione dei TB500 attraverso la Sottostazione Elettrica mobile matricola 02 allestita con componentistica della tedesca AEG (Allgemeine Elektricitäts-Gesellschaft) su di un pianale furgonato asportabile come un normale rimorchio stradale, ancora in colore biverde e logo storico ATM (si tratta infatti di un veicolo realizzato probabilmente intorno agli anni ’60 del secolo scorso ed è tutt’oggi ancora operativo salvo interruzioni). La SSE è rimessata in un piccolo edificio sempre dalla vetusta architettura sito nell’area del piazzale ovest del deposito di Varedo.

La storia della tranvia elettrica, l’ultima con le caratteristiche sopra descritte ancora gravitante nell’hinterland di ATM, getta le sue radici ad inizio secolo scorso tra il 1899 ed il 1900, periodo in cui venne progettata e realizzata dalla società Edison la trasformazione della già presente ippovia sorta nel 1882 e gestita dalla Società Anonima degli Omnibus (SAO), la quale correva tra Porta Volta ed Affori. Un’operazione svolta in tempi record, con un’infrastruttura in grado di alimentare a 600 Volt corrente continua le motrici a due assi grazie all’energia fornita dalla prima centrale termoelettrica italiana sita in città a Milano, quella di Santa Radegonda. Nel settembre del 1900 iniziò finalmente il servizio. La gestione Edison durò circa vent’anni, fino al 1919, ove il binario tranviario vide sia alcuni prolungamenti che retrocessioni: nel 1911 da Porta Volta si spostò il capolinea a P. le Marengo mentre l’anno successivo vennero intrapresi i lavori (conclusi nel 1915) per condurre il tram da Affori sino a Varedo e relativo ricovero con sottostazione elettrica autonoma nella medesima località. L’ultimo atto della Edison fu l’aver intrapreso il cantiere per la realizzazione del tratto destinato a raggiungere Mombello nonché la struttura ospedaliera, all’epoca importante centro sanitario. La conclusione di tale operazione avvenne però sotto la guida della subentrata STEL (Società Trazione Elettrica Lombarda), nel febbraio 1920.

Un classico delle linee interurbane tra Milano e la Brianza sono certamente i treni non reversibili effettuati con motrice e rimorchi. E’ possibile infatti notare la “Reggio Emilia” unità 92 e la tipo “Desio” unità 47 dinanzi alle carrozze componendo robuste soluzioni per servizi in orari di punta ed a maggior capienza disponibile

La STEL realizzò nei primi anni ’30 un’antenna lunga poco meno di un chilometro la quale si distaccava da Affori districandosi verso il quartiere di Bruzzano, a nord della città, resistita sino al 1966 sotto l’esercizio ATM, declassata nel frattempo in “linea 9” urbana. L’azienda municipalizzata divenne titolare della tranvia ufficialmente il 30 giugno 1939 (atto Rivolta) intraprendendo, da qui sino al fatidico 30 settembre scorso, una serie modifiche e di vicissitudini per le quali il tram ebbe sempre meno fisicamente spazio sino ad essere stato relegato a servizi svolti in alcune fasce orarie, sulla conformazione definitiva della linea come precedentemente riportato.

Sotto la guida ATM la Milano-Limbiate dovette sgomitare contro l’urbanizzazione di massa dei quartieri periferici (costruzione di infrastrutture, edifici, nuova viabilità, traffico veicolare in aumento…) la quale costrinse i convogli, già a partire dagli anni ’50, a percorrere rotaie ricollocate in più occasioni ridisegnando il tragitto tra la provincia di Milano e quella dell’attuale Brianza come ad esempio avvenne per il capolinea di Limbiate Ospedale, raggiungibile in minor tempo inizialmente. Oppure, sempre importante fu la traslazione della tranvia al centro del nuovissimo, per l’epoca, V. Le Rubicone, con una modifica della rampa caratteristica di tale spazio stradale rendendola meno acclive rispetto a quella originale. Doveroso citare quanto venne intrapreso nel 1959, ovvero l’ambizioso progetto delle “Linee Celeri della Brianza”: attuare un’evoluzione delle classiche tranvie interurbane (Limbiate e Carate) con le innovative metrotranvie, di cui oggi si sente ancora molto discutere e dibattere. La Milano-Limbiate era stata ridisegnata dagli addetti dell’Ufficio Tecnico in sede propria, a poca passi in parallelo al tracciato originale sul quale fu prevista inoltre una diramazione per Garbagnate. Nonostante tale idea fallì per mancanza di concretezza decretata dal danaro necessario da investire, l’ATM attuò ugualmente alcuni lavori propedeutici al tracciato della linea celere pensata per Limbiate. Una volta conclusi si optò per trasferire il tram su tale predisposizione distaccata da quanto posato anni prima al centro di V. Le Rubicone, il cosiddetto marciatram. Nel 1958 poi il capolinea cittadino fu arretrato in Via Valtellina a pochi metri dagli edifici della Regia Dogana.

Il TB 840 + 804 + 839 in sosta al capolinea urbano di Via Valtellina a Milano, dinanzi la Regia Dogana dopo aver svolto un servizio sulla linea da e per Desio.

Siamo giunti ormai negli anni ’70, ove a discapito della situazione metrotranvia arenatasi a nord di Milano, più ad est le cosiddette “Linee Celeri dell’Adda” avevano dal 1968 vita e servizio regolare affermatesi tra la grande metropoli e le limitrofe Gorgonzola, Villa Fornaci e Vimercate (diramazione interurbana, poi decaduta totalmente nel 1981). Un’operazione per la creazione di una strada ferrata di tipo ferroviario ma con materiale tranviario atta a congiungere Milano e Bergamo, sulla carta, la quale assunse la semplice forma assegnata all’attuale linea metropolitana M2 verde, ricalcandone il percorso originale in buona parte. Fu grazie alla soppressione dei rami Milano-Vaprio e Milano-Vimercate che nel deposito di Varedo cominciarono a comparire, trasferite, diverse motrici tipo “Reggio Emilia”, giunte in alcuni esemplari sino alla cessazione del servizio, come unità storiche. Dal 1982 approdarono nel medesimo deposito i celebri complessi Treno Bloccato serie 500 (12 treni, ricostruzione OEFT) e 800 (10 treni, ricostruzione OMS) inizialmente studiati ed utilizzati sulle “Celeri dell’Adda”. Un riciclo di materiale che ebbe però vita nuova sui tragitti interurbani sopravvissuti a Desio e Limbiate.

La motrice 45 tipo “Desio”, con i due splendidi fanali gialli in stile autoveicolo francese, rimessata nel deposito di Varedo con la funzione di mezzo destinato alle sole manovre dei rotabili nell’area di sosta e manutenzione. La tabella crociata rosso-bianca inerente il servizio in linea rimane ancora in bella vista sull’alloggio frontale

Divenuti nel tempo un vero e proprio simbolo per i cittadini quasi come le classiche “Ventotto”, i treni a composizione bloccata e reversibile sono ed erano essenzialmente formati da due rimorchi pilota alle estremità (quindi dotati di una cabina rivolta per ognuno dei due sensi di marcia) ed una vettura centrale motorizzata priva di strumentazione o alloggio per il conducente ma dotata di dispositivi sull’imperiale quale trolley asimmetrici (precedentemente aste e pantografi romboidali) e reostato di frenatura per la dissipazione elettrica durante la fase di “coasting” e rallentamento della corsa. Inizialmente era previsto il passaggio con apposita porta e passerella intercomunicante tra gli elementi, non più utilizzata in tempi recenti. I carrelli motore sono di tipologia differente rispetto a quelli delle “trailer” pilota. Il loro prototipo, numerato con matricola 401 fu realizzato nel 1961 e circolò per pochissimo tempo ma sufficiente per decretare la realizzazione di ben due serie costruttive di TB. Nacque dalle ceneri del locomotore 105 (Costamasnaga) reso irriconoscibile nella modifica e numerato 401 insieme a due rimorchiate della serie 335-346 (fornitura Stanga del 1945), divenute 431 e 432. I TB si differiscono sostanzialmente sia nelle macro serie citate in base alla numerazione, quindi alla matricola di servizio ma per alcune caratteristiche estetiche che li hanno visti raggruppare nelle categorie “tipo A”, “tipo B” e “tipo C” (si rimanda alla conclusione dell’articolo con la documentazione tecnica digitalizzata scaricabile e fruibile dal lettore per approfondimenti del caso).

Da questa parentesi storica doverosa è possibile dedurre quanto fosse atteso dai fruitori e clienti ATM, nonché residenti, un grande piano di rifacimento dell’infrastruttura e sostituzione dei vetusti ma robusti treni, in funzione di soluzioni moderne ed in linea con la stringente normativa in fatto di sicurezza. Patto divenuto sempre più flebile nel corso degli anni con varie situazioni in cui i tram hanno rischiato di non sollevare mai più i trolley.

Il 1999 vide l’eliminazione del segmento tra Via Valtellina e Via Vincenzo da Seregno (Affori) isolandola dalla rete urbana milanese. Nel 2006, fu bandita una gara per la ricostruzione della linea secondo le caratteristiche di una metro tranvia. In assenza delle risorse economiche sufficienti all’esecuzione dei lavori, il progetto non andò in porto causando, tre anni più tardi, la necessità di sopprimere il servizio festivo tranviario ed utilizzare le autocorse. L’arrivo della M3 a Comasina nel 2011 accese nuovamente la speranza, anche negli anni a venire a più riprese, per diversi enti pubblici di proporre addirittura un prolungamento della stessa per sostituire il tram, con scarsi risultati sul piano politico. In tale occasione il capolinea nel quartiere di Milano venne istituito nella sua ultima versione ovvero quella attuale, con il raddoppio di binari a ridosso dell’interscambio pedonale con la metropolitana sita nel sottosuolo.

Le vere magagne per il “Frecciarancio” (soprannome donato ai Treni Bloccati in livrea arancione ministeriale dai più affezionati) iniziano ufficialmente il 14 maggio 2012 con i primi stop voluti da USTIF causa mancanza di basilari condizioni di sicurezza atte a garantire la circolazione ordinaria delle vetture. Si provvide con lavori di circa cinque mesi, da giugno ad ottobre, con riapertura dal 22 ottobre con servizio puramente infrasettimanale (causa operazioni di ammodernamento ancora in corso), esteso al sabato a partire dal 15 dicembre. Un pericolo chiusura apparentemente scongiurato, riapparso all’orizzonte nel giugno 2017, con nuove situazioni di sospensione dell’esercizio per la messa in sicurezza degli attraversamenti carrabili presenti tra Comasina e Limbiate, installati impianti di asservimento semaforico funzionali agli incroci stradali più a rischio, sostituite le traversine ammalorate e riproposte in nuova veste le fermate più frequentate. I convogli hanno visto rivestirsi di una fascia catarifrangente posizionata a ridosso della linea nera della livrea sociale ATM, lungo tutte le casse. Anche qui, lo spettro dell’autobus si manifestò percorrendo su gomma i chilometri destinati ai tram fermi in deposito.

Interventi, quelli del 2017 (o i più brevi e minimi del 2019), i quali non hanno contribuito a lasciare che la Milano-Limbiate superasse indenne l’anno corrente. Con la successione dell’ente ANSFISA (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali, precedentemente conosciuta come ANSF) ad USTIF, le regole del gioco sono diventate più stringenti e difficili da sostenere nelle condizioni in cui la linea 179 è apparsa agli occhi degli ispettori ministeriali. L’infrastruttura mostrava e mostra tutt’oggi, seppur non più percorsa, segni evidenti di fatiscenza e manutenzione tempestivamente non ottemperata con traversine lignee pregne d’umidità quindi marcite, rotaie da riprofilare o da sostituire in quanto piegate da esercizio e dilatazione termica, attraversamenti con asfalto danneggiato e pericoloso per i veicoli gommati, componentistica della catenaria e SSE datate. I classici TB500 nella loro vivida tonalità hanno ormai sulle spalle (dei tranvieri) e sui carrelli decenni di onorato servizio e necessitano di una revisione che ne riordini le componentistiche tecniche oppure la dismissione totale, in quanto ATM ha già assegnato nel 2020 alla Stadler Rail di Valencia l’ordine totale di 80 complessi multiarticolati bidirezionali (serie 7200 e 7700), pensati e proposti anche per la tranvia interurbana. Ironia della sorte, la motrice storica tipo “Reggio Emilia” matricola 92 custodita ancora funzionante a Varedo, svolse nel giugno 2017 dei test con vistose dime applicate esternamente per verificare la possibile implementazione futura di vetture di ultima generazione sulla linea.

Nel frattempo, però, dal 5 settembre 2022 il Frecciarancio è stato nuovamente penalizzato da una disposizione interna di sicurezza che lo ha costretto a percorrere alcuni tratti problematici alla velocità di 5 km/h, inficiando sui tempi di percorrenza, dilatati, così come degli orari delle corse, con i rientri in deposito effettuati ad oltranza fino a tarda mattina. Sono stati anche aggiunti tiranti meccanici come rinforzo alle traversine più logore e pericolose. Tutto nonostante i milioni di euro stanziati per la grande riqualificazione, costo finale lievitato nel mentre rendendo non più sicura l’esecuzione della stessa per ATM.

L’ultimo atto della tranvia Milano-Limbiate: il TB 535 + 503 + 536 in procinto di lasciare per sempre il capolinea di Via Comasina a Milano e raggiungere il deposito di Varedo, sancendo così definitivamente la cessazione dell’esercizio su questa linea ultracentenaria. Sul frontale alcune decorazioni per sottolineare l’importanza storica dell’evento mentre a bordo si è riunita una folla di affezionati ed appassionati del genere

A diverse settimane dal fatidico ultimo viaggio espletato dal TB 535 + 503 + 536 (si rimanda alla visione del filmato realizzato appositamente e correlato all’articolo), la lotta per mantenere alto il livello di attenzione mediatico e politico rimane viva, con il personale ATM in campo attraverso proteste ed attività di dialogo istituzionale scongiurando i diversi tentativi di eliminazione del servizio e trasferimento degli stessi addetti in altrettante sedi aziendali. Ne è quindi sorta una piazza digitale molto attiva a riguardo, seguita sui social network (“SALVIAMO IL TRAM DELLA COMASINA MILANO-LIMBIATE #FRECCIARANCIO”) e coadiuvata dalla persona di Reggiani Michele, un tranviere legato alla sua professione ed al suo territorio con i concittadini che vi risiedono. Da questo gruppo di persone sono nate negli ultimi tempi le iniziative di manifestazione legate alla salvaguardia della linea, con l’appoggio degli amministratori e politici locali, anche in nome di una mobilità sostenibile mai considerata fino in fondo. È notizia proprio dei giorni di ottobre successivi alla sospensione del servizio quella di un timido e flebile interessamento alla questione da parte del Comune di Milano, con il sindaco Sala ed il suo assessorato. Al momento tutte le possibilità rimangono aperte sul tavolo delle trattative per battere finché sarà ancora caldo il metaforico ferro dell’attenzione su questo ramo tranviario dal grande potenziale sociale ma scomparso in un’umida sera d’autunno, non senza la frustrazione dei presenti, spettatori di un momento storico davvero spiacevole, congedatasi sotto un applauso scrosciante. ATM ha sopperito a tale mancanza con gli autosnodati della linea 165, la quale, nonostante l’incremento di corse, non sarà mai in grado di rimpiazzare in capienza un tram a tre elementi. Una petizione popolare è già disponibile e firmabile on-line per richiedere l’attuazione della metro tranvia ed i relativi oneri necessari al completamento del progetto.

Dietro al pesante cancello che ripara da occhi indiscreti le rimesse del deposito di Varedo rimangono quindi accantonati in attesa di un destino forse poco clemente per la maggior parte di essi, i seguenti rotabili (i TB sono elencati nella configurazione “Rp + M + Rp”):

  • 533(Rp)+502(M)+534(Rp), in livrea arancione ministeriale;
  • 535(Rp)+503(M)+536(Rp), in livrea arancione ministeriale;
  • 537(Rp)+504(M)+538(Rp), in livrea arancione ministeriale;
  • 539(Rp)+505(M)+540(Rp), in livrea arancione ministeriale con loghi ATM neri, già fuori servizio durante l’ultimo periodo di esercizio della tranvia e cannibalizzato;
  • 545(Rp)+507(M)+546(Rp), in livrea arancione ministeriale, 545 con tromba e fischio e 507 motrice prova linea M1 metropolitana;
  • 549(Rp)+509(M)+550(Rp), in livrea arancione ministeriale già fuori servizio durante l’ultimo periodo di esercizio della tranvia;
  • 551(Rp)+510(M)+552(Rp), in livrea arancione ministeriale;
  • Motrici tipo “Reggio Emilia” 90, in livrea arancione ministeriale e 92, in livrea storica verde a due toni;
  • Rimorchio Carovana 161, in livrea arancione ministeriale;

(Rp = unità rimorchiata pilota | M = unità motrice)

Ulteriori informazioni complete sul materiale tranviario ATM sono disponibili scaricando la brochure completa in formato nel PDF “Materiale Rotabile Tranviario – ATM – 30/11/1993”.

Dalla Milano da bere alla Milano da viaggiare

Milano è una metropoli che si rinnova e promuove il necessario cambiamento per sopperire alle richieste di chi la abita e la vive (Credit: ATM Milano)

Non saranno certo pandemie, crisi di Governo o guerre a piegare la riscossa sociale del capoluogo di una Lombardia che, nonostante anche gli acciacchi frutto di politiche nazionali sempre distratte e lontane dal cittadino, investe nel futuro di chi la abita. Prosegue infatti a ritmi serrati il rinnovo dei mezzi e delle relative infrastrutture facenti capo alla municipalizzata ATM Milano. Sempre in ottica della tanto decantata mobilità migliore, sostenibile ed al passo coi tempi sono molteplici gli interventi a breve e lungo termine che la giunta comunale ha varato per la cittadinanza e soprattutto in ottica dei Giochi Olimpici Invernali del 2026 i quali, nel febbraio di tale anno, vedranno la città della Madonnina al centro delle attenzioni di tutto il mondo sportivo e non. Proprio per non sfigurare e sostenere i visitatori durante le competizioni di Milano-Cortina 2026, si assisterà ad un importante rimpiazzamento delle unità più datate circa il parco delle vetture di superficie e dei treni metropolitani ancora in servizio ordinario.

Il cambio di rotta è ormai segnato sia dai precedentemente citati giochi olimpionici, che dall’ormai nota disponibilità economica riassumibile nei fondi europei del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dai molteplici progetti avviati dal comune di Milano negli ultimi anni, atti a ridurre i consumi e le emissioni localizzate di CO2. Sono diversi infatti i piani di riorganizzazione che vedranno concretezza nei prossimi mesi, stravolgendo così la mobilità della metropoli lombarda. Di seguito è stata redatta un’analisi più specifica di quanto introdotto, partendo dai primi concetti che saranno trampolino di lancio per progetti studiati per un piano attuativo più lungimirante.

Per quanto concerne le attività a breve termine, entro la fine dell’anno corrente il sistema dei trasporti pubblici meneghino, soprattutto sul fronte automobilistico, sarà materia ricca di grandi novità. Autentica colonna portante della flotta gommata, sono giunti agli sgoccioli della loro carriera gli Irisbus CityClass dal vivido arancione ministeriale i quali, percorsi milioni di chilometri da protagonisti assoluti nel TPL del bacino milanese, stanno man mano cedendo il passo a vetture di ultima generazione, meno impattanti e più prestanti anche dal punto di vista di un comfort che strizza l’occhio al cliente più esigente.
L’ultimo quadrimestre del 2022 vedrà infatti sbarcare nel capoluogo lombardo 75 Solaris Urbino OC 12 metri serie 31xx, analoghi alla precedente serie 30xx ma dotati di batterie maggiorate da 400 kWh con oltre 325 km di autonomia (contro i 316 kWh per 275 km degli attuali). Queste nuove unità fanno parte dell’accordo quadro da 250 vetture siglato da ATM e Solaris Bus & Coach sp. z o.o. nel 2019 e saranno assegnate per la maggiore al deposito Giambellino, dove i lavori propedeutici ad ospitare le vetture elettriche sono quasi giunti al termine ed è già a pieno regime il servizio sperimentale sulla direttrice 50 (Cairoli M1-Lorenteggio) con 25 vetture a disposizione. Nel 2023, ultimate le consegne dei citati Solaris Urbino previsti, ATM potrà inoltre opzionare ulteriori 35 vetture e concludere senza dubbio uno dei più grandi bandi di acquisto di veicoli elettriche che abbia visto protagonista l’azienda polacca.

Matricole & VIN dei primi 12 nuovi Citaro Hybrid di ATM

Entro i trecentosessantacinque giorni ancora valevoli per il 2022, salvo ritardi nelle consegne e negli allestimenti dovuti a cause non dipendenti dall’azienda meneghina, le sorprese potrebbero non finire. Nell’ambito dell’iniziativa PON Metro REACT-EU (Programma Operativo Nazionale delle città metropolitane), sovvenzionato dalla Comunità Europea, a Milano giungeranno a partire dal mese di ottobre, 117 bus urbani 12 metri Mild-Hybrid “Citaro HYB” di Mercedes-Benz EvoBus, a cui si aggiungeranno 12 esemplari acquistati direttamente da ATM in cofinanziamento con Regione Lombardia e previsti nel piano del DGR XI/3853 del 2020. A conclusione delle forniture, le vetture in gioco saranno 129 quasi del tutto analoghe al piccolo lotto delle stesse consegnato ad AGI per espletare i servizi in subappalto ma dotati di allestimento urbano e 3 porte. Questo bando dal valore di oltre 32 milioni di euro, incrementato di altrettanti 2,5 milioni di euro da ATM e Regione, andrà ad impattare con gran probabilità sulla dismissione della maggior parte degli Irisbus CityClass ancora presenti e circolanti. Secondo le prime informazioni ed indiscrezioni un gran numero imprecisato di questi autobus, i quali andranno a formare la serie 6800-6928, saranno assegnati al deposito di Via Novara ove è in corso l’allestimento un piccolo spazio d’officina EvoBus specifico atto alla loro manutenzione. Tale locazione di rimessaggio, a causa della propria conformazione strutturale e per la particolarità di essere interamente coperta, sarà infatti l’unica a non essere soggetta ad “elettrificazione” ed attualmente risulta essere la maggiore assegnataria delle ormai superate, secondo i canoni contemporanei, vetture “arancioni”. La consegna dei nuovi esemplari prodotti è praticamente imminente (l’intera serie ha ricevuto l’autorizzazione all’immissione in servizio in tempi recentissimi, n.d.r.) e si attende appunto la prima occasione di poter apprezzare le prime vetture nella loro concretezza entro la fine del mese di dicembre.

I Mercedes-Benz Citaro consegnati nei mesi scorsi ad AGI per i subappalti ATM

Una piccola escursione non di minore importanza è rivolta alla flotta operativa di NET (Nord Est Trasporti), azienda controllata ATM con sede a Monza in Via Aspromonte. Anche per essa è stata bandita con massima urgenza una gara per la fornitura di 7 autobus a 12 metri Low Entry adibiti al collegamento autostradale. Queste sette unità, le quali verranno impiegate praticamente esclusivamente sulla linea z301, permetteranno l’accantonamento degli sfruttatissimi Mercedes Integro i quali molto spesso pagano problemi legati ai chilometraggi troppo alti dovuti alle lunghe percorrenze autostradali quotidiane.

Il Solaris Trollino “829” analogo alle vetture in consegna

Non poteva certo mancare anche uno sguardo all’ambito filoviario, come già precedentemente trattato, è stato confermato il volere di ATM nel proseguire con la fornitura di 50 filobus tipo Solaris Trollino da 18 metri, facenti parte di un accordo quadro da 80 vetture firmato nel 2019 e da oltre 40 milioni di euro di budget. L’arrivo di questi filosnodati andrà a ridurre sensibilmente l’età del parco mezzi sotto filo e permetterà l’accantonamento dei più vetusti, robuste macchine risalenti agli anni ’80 e ’90 del secolo scorso ma concepite senza troppe pretese legate agli attuali standard di accessibilità, un tema oggigiorno sempre più sensibilizzato e prioritario nella progettazione di un veicolo moderno. Secondo i dati rilasciati da Solaris, le consegne inizieranno entro il primo quadrimestre del 2023 per poi concludersi durante l’anno stesso. Con l’arrivo di tutte le 50 nuove vetture dal 2023 sarà previsto un servizio filoviario esercitato unitamente da soli filosnodati “Environmentally Friendly” quali VanHool serie 700 e i nuovi Solaris Trollino serie 800. I gommati saranno analoghi agli altri 30 già in servizio ma dotati di nuovi display TouchDash atti al controllo integrale del veicolo posizionati nell’abitacolo e di un moderno ed evoluto sistema conta passeggeri.

Stabilimento di produzione Stadler presso Valencia

L’ultima notizia d’attualità, forse la tematica più attesa, è legata alla fornitura delle nuove motrici tranviarie. Nonostante le presentazioni in pompa magna dei nuovi Stadler Tramlink Leo presso Expo Ferroviaria 2021, attualmente l’unità prototipo prevista ed attesa per metà 2022 sembra essere decisamente in ritardo. Non c’è dubbio ma solo comprensione del fatto che in tale settore, queste dilazioni di tempo sono ormai all’ordine del giorno, spesso e volentieri provocate della richiesta crescente da parte delle case del settore automotive di materie prime utili all’ambito tecnologico e costruttivo (materiali specifici, terre rare, ecc…), non soddisfabile tenendo il passo dei ritmi delle produzioni.

Nonostante ciò, i primi veicoli Stadler andranno a comporre, una volta a regime, la serie 7200, per quanto concerne le vetture strutturalmente più lunghe e 7700 per le più corte. Il complesso multiarticolato, a pianale ribassato, parla spagnolo: arriveranno dalla penisola iberica infatti le prime 30 vetture a cassa snodabile facenti parte di una fornitura di 80 unità complessive, prodotte dall’azienda oramai definibile leader, Stadler Rail di Valencia. Appresi quindi i citati ritardi accumulati durante il corso dell’anno, rimane difficile pensare ad un arrivo entro il termine del 2022 lasciando quindi facile immaginare che il successivo sarà con molta probabilità l’anno del debutto dei moderni Tramlink Leo a Milano, con una prima possibile assegnazione delle vetture consegnate al deposito Ticinese di Via P. Custodi.

Il mock-up dei nuovi Tramlink Leo presentato presso Expo Ferroviaria 2021

Attività di lungimiranza tecnologica per il miglioramento sensibile del collegamento sotterraneo metropolitano è previsto grazie sia a risorse comunali ma anche ai preziosi fondi del PNRR. E’ osservabile nonché tangibile, infatti, un importante e grande rinnovo della flotta “underground” il quale porterà ad un rilevante abbassamento dell’età media dei rotabili circolanti. 

Negli scorsi mesi è stata difatti aggiudicata ad Hitachi Rail Italy STS SRL la gara per la progettazione, produzione, consegna e messa in servizio di altrettanti treni metropolitani comprensivi di garanzia estesa quinquennale. Saranno 46 in totale i treni interoperabili sulle tre principali linee “pesanti”; questi verranno impiegati per le direttrici che ne necessitano, a discrezione dell’azienda ATM. Il primo contratto applicativo prevede la consegna di 21 treni destinati alla linea rossa M1, il quale permetterà così il completo accantonamento delle vetture tradizionali risalenti agli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso. Le restanti 25 vetture saranno invece, con tutta probabilità, destinate alla linea gialla M3. L’investimento sarà di 9 milioni di euro + iva per unità opzionata. ATM è attualmente in attesa di fondi pubblici, quindi, una volta avviato il contratto, il primo treno dovrà essere consegnato entro 18 mesi da tale stipula.

I “Leonardo”, gli ultimi elettrotreni consegnati ad ATM sempre da parte del costruttore Hitachi Rail STS

I 2 nuovi treni per M5 saranno dello stesso tipo già in circolazione ma verranno prodotti da Hitachi Rail STS (Credit: ATM Milano)

Per quanto concerne il medesimo ambito è stato approvato lo scorso anno, lo stanziamento di fondi per l’acquisto di altrettante 2 vetture driverless Hitachi Rail Italy destinate ad un aumento della regolarità della linea M5 e un incremento delle frequenze durante gli eventi previsti presso lo stadio Meazza.

Un’informativa resa pubblica nelle ultime settimane pone inoltre nuovamente un doveroso riguardo alla citata flotta tranviaria, con un nuovo investimento stimato di 170 milioni di euro di cui 52 milioni già stanziati dal PNRR. ATM Milano ha intrapreso una gara per un Accordo Quadro che potrebbe vedere l’arrivo di 50 nuove vetture articolate bidirezionali a pianale ribassato. Di queste, metà sarà concepita con soluzioni ad alta capacità e lunghezza di 35 metri mentre la restante metà a media capacità per un totale di 26 metri effettivi di lunghezza. Gli iniziali 14 tram del primario contratto applicativo, finanziati totalmente da fondi europei, arriveranno in Lombardia entro il giugno 2026, pena la revoca dei fondi. Il primo lotto sarà formato unicamente da motrici bidirezionali ad alta capacità. Ancora incognite le caratteristiche tecniche che verranno comunicate dall’azienda appaltatrice entro il termine delle offerte e la conseguente apertura delle buste, prevista per il mese di novembre del corrente anno.

ATM nelle righe e nei concetti sopra riportati nonché descritti, ha probabilmente saputo dimostrare di non aver lasciato nulla al caso, rendendosi protagonista anche per quanto concerne la ristretta sezione operativa aziendale relativa ai mezzi d’opera e di servizio. Con grande probabilità durante la stagione più umida e fredda, sfociante quindi nell’inverno ormai imminente, saranno in esercizio i 3 nuovi veicoli multifunzione Mitsubishi Canter bimodali ferro-gomma, adibiti all’importante servizio di spargimento sabbia sulle rotaie nei punti più difficoltosi (meccanicamente parlando) del tracciato tranviario. Furgoni a classica trazione termica, di recentissima produzione con allestimento personalizzato per gli scopi della municipalizzata, i quali affiancheranno le storiche motrici “due assi” serie 700, le famose “sabbiere” ed i Mercedes-Benz Unimog in precedenza acquisiti e già consolidati come parte del parco mezzi operativo. Nell’ultima settimana sono state ben due le apparizioni (collaudi, test su particolari tratti o forse formazione per i conducenti) che lasciano presagire questa ventata di novità anche nel campo tecnico e specifico della manutenzione e mantenimento dei percorsi ferrati cittadini di superficie. L’unità 9345 è stata avvistata nei pressi dello stadio di San Siro durante una corsa prova mentre pochi giorni dopo, per il medesimo scopo, la gemella 9344 ha corso lungo i binari che lambiscono la città di Cinisello Balsamo.

NET per lo sport: una linea per lo stadio del Monza

Nonostante l’avvio di campionato nella massima serie non brillantissimo per la squadra calcistica locale A. C. Monza, che dall’anno corrente giocherà insieme alle “big” di Serie A avendo conquistato all’ultima partita contro il Pisa l’occasione per il salto di categoria, le competizioni casalinghe della formazione biancorossa verranno supportate da un nuovo collegamento urbano nato per offrire l’opportunità ai tifosi di raggiungere il rinnovato U-Power Stadium (costruzione 1985) con l’ausilio dei mezzi pubblici, in un connubio treno-autobus. Infatti, la neonata Z286, gestita dall’azienda NET (Nord Est Trasporti), ATM e Autoguidovie attraverso personale e vetture dei depositi di Monza e Trezzo, vedrà i mezzi gommati percorrere l’autolinea sopra citata compiendo un percorso a forma di “L”, tra il capolinea di Monza Porta Castello Stazione FS (piazzale esterno della stazione ferroviaria) ed il capolinea di Via Tiepolo (Stadio). Quest’ultimo distante dall’arena sportiva circa 700 metri percorribili a piedi in una decina di minuti, per evitare l’afflusso abnorme ed incontrollato di autoveicoli nell’area circostante tale struttura.

Per decretare la creazione di questa nuova direttrice sono state eseguite delle prove effettive con il supporto di una vettura da 18 metri esercitante quindi la massima capienza richiesta in un tale servizio ad alta capacità di pubblico. Lo scorso giovedì 25 agosto 2022, una commissione costituita da ingegneri e tecnici responsabili del servizio NET/ATM ha viaggiato in mattinata a bordo del Mercedes-Benz Citaro O 530 snodato, matricola 7708 del deposito di Via E. Brasca a Trezzo sull’Adda (MI), distolto dal servizio ordinario per valutare la fattibilità del tragitto in concomitanza con le tempistiche teoriche stimate, andando a delineare quindi la Z286 vera e propria. La corsa ha avuto luogo partendo da Porta Castello/Stazione FS, proseguendo lungo Via Mentana/Viale U. Foscolo sino all’incrocio con il cimitero cittadino.

L’itinerario, con alcune soste per misurazioni e rilievi di sagoma dovute alle dimensioni dei bus non certo contenute rispetto alle normali vetture che viaggiano sul viale in questione, prevede quindi la svolta a sinistra su Via Tintoretto superando la Parrocchia della Sacra Famiglia nel quartiere di Cederna e raggiungendo così il capolinea poi istituito lungo Via G. B. Tiepolo. Originariamente, il test su strada con la 7708 ha visto un’iniziale deviazione dal percorso definitivo in Via Luca della Robbia, Via A. Poliziano e Via I. Nievo per il ritorno nuovamente in Porta Castello ed il rientro in deposito del personale a bordo, infine l’invio vuoto della vettura a Trezzo sull’Adda.

In ROSSO, il percorso di prova compiuto lo scorso 25 agosto, in GIALLO il prolungamento optato per il cappio di ritorno delle vetture verso il capolinea opposto

Piccola curiosità per i più appassionati del settore TPL, nel corso dei mesi di luglio ed agosto due degli ultimi Irisbus 591.18.35 CityClass Cursor 18 metri di NET del deposito di Trezzo sull’Adda, matricole 1292 e 1295, sono stati dislocati a Monza Via Aspromonte per essere probabilmente impiegati sia sulla Z286 appena indetta, che per le linee Nera (Stazione FS/Villa Reale/Viale Cavriga) e Blu (U-Power Stadium/Villasanta/Viale Cavriga) annualmente proposte dal comune come collegamenti da e per l’Autodromo Nazionale di Monza sito nell’omonimo parco, in concomitanza con il Gran Premio d’Italia di Formula 1.

La vettura 1292 era stata infatti condotta nel deposito monzese per svolgere il collaudo precedentemente citato ma, a causa probabilmente della sosta prolungata senza attività, ha visto scaricarsi le batterie senza possibilità di utilizzo costringendo il personale a ritardare di qualche ora lo svolgersi dell’attività per recuperare il Mercedes-Benz Citaro 7708 nella rimessa trezzese. Nella giornata di ieri il “CityClass blu”, ormai storico, ha finalmente esordito sulle strade del capoluogo di provincia per effettuare una seconda prova, questa volta per la navetta della Linea Blu descritta poco fa.

I diversi “CityClass blu” trezzesi marcianti, utilizzati nei vari servizi ordinari e speciali, a loro relegati negli ultimi anni di esercizio

In conclusione ma non meno importante, il battesimo della Z286 vedrà i primi autobus percorrerla il prossimo lunedì 5 settembre in occasione del match che si svolgerà alle 18:30 tra Monza e Atalanta, con un probabile nutrito ed agguerrito seguito di tifosi per entrambe le formazioni contendenti.

Le novità Autoguidovie esposte a Monza [VIDEO]

I Mercedes-Benz Citaro protagonisti in un’immagine che li ritrae insieme alle autorità locali ed aziendali

Forti già di diverse migliaia di chilometri, macinati per consolidare la loro teorica affidabilità tecnica e percorsi durante il periodo di immissione in servizio riconducibile allo scorso aprile, sono stati ufficialmente presentati alla cittadinanza del capoluogo provinciale brianzolo i luccicanti Mercedes-Benz Citaro O530 N3 dell’azienda Autoguidovie, identificabili nella loro intonsa carrozzeria blu elettrico con inserti verdi. L’evento a carattere pubblico si è tenuto venerdì 20 maggio intorno alle ore 11:00 nella centralissima Piazza Roma a Monza, proprio all’ombra del magnifico Arengario, fulcro della comunità dal quale i governanti, affacciati, erano soliti annunciare proclami o decisioni di grande importanza. Una manifestazione che ha visto presenti tra i tanti Luca Santambrogio, Presidente della Provincia di Monza e Brianza, Dario Allevi in veste di Sindaco di Monza (in piena campagna elettorale) e Gabriele Mariani Direttore Operations di Autoguidovie.
In perfetto orario sulla tabella di marcia, come da comunicato dall’azienda stessa, la scena è stata occupata da tre vetture selezionate per l’esibizione, quindi collocate in loco: 3250, 3251 e 3252. Tutte in regolare servizio sulle linee esercite dai depositi di Desio e Monza.

I nuovi autobus, analoghi ai medesimi prodotti Mercedes-Benz immessi in servizio già negli scorsi mesi per quanto riguarda la rimessa di Lacchiarella, differiscono dai classici C2 per la loro alimentazione Mild Hybrid che permette di abbattere del 10% i consumi, stimando un risparmio in termini di emissioni di circa 50t l’anno di CO2 migliorando al contempo le prestazioni. La serie presentata sarà, una volta giunta a regime, composta da 23 vetture di cui 20 già in servizio e suddivise in: n° 7 unità dedicate al lotto NORD quindi destinate all’area di Monza e Brianza, n° 9 unità dedicate al lotto MiSE e n° 4 per il lotto dei subappalti ATM. Le rimanenti n° 3 vetture completeranno la fornitura e saranno assegnate una, ai subappalti ATM mentre e le restanti due all’area operativa di Bologna.

Entrando maggiormente nei non meno importanti dettagli tecnici, tali veicoli modello O530 N3 sono lunghi 12135 mm, larghi 2550 mm per un’altezza di 3300 mm. La marcia, fluida e con una buona ripresa, è garantita dal motore termico a 6 cilindri Mercedes OM 936hLA6 mentre la tecnologia Mild Hybrid (moto quindi con propulsore Diesel Euro 6 + propulsore elettrico) si distingue per la presenza di 2 pacchi batterie in grado di essere ricaricate e restituire a loro volta energia quando richiesta.

Le tre vetture proposte alla presentazione in Piazza Roma a Monza all’ombra del maestoso Arengario
L’unità 3254 immortalata nell’atto di ripartire dopo la breve sosta presso la rinnovata area di Porta Castello, a ridosso della stazione FS, importante interscambio per i viaggiatori

Grande importanza e cura sono stati spesi in comfort e sicurezza. Sulla strada difatti, il bus potrà contare sul modernissimo sistema di radar anticollisione e sensori dell’angolo cieco (tematiche affrontate già in un precedente articolo) oltre ai sistemi di assistenza alla svolta e di mantenimento del veicolo entro la carreggiata. Grazie all’ottimale disposizione delle sedute saranno a disposizione all’interno ben 100 posti, di cui 32 a sedere, 67 in piedi ed un sedile a ribalta.

Per i passeggeri di qualsiasi fascia d’età o provenienza (dagli anziani ai più piccoli, dai residenti agli stranieri) è presente a bordo una serie di indicazioni ed informazioni utili per il viaggio mentre, per l’assistenza agli stessi, le vetture sono dotate di un impianto di display Aesys con centralina TC430 la quale in futuro potrà essere connessa con standard RS-485 al nuovo modulo proposto da Conduent per la bigliettazione elettronica. Una soluzione che permetterà il cambio di destinazione esposta in modalità totalmente automatica, inoltre sarà possibile eseguire annunci in tempo reale sul pannello APF interno.

Una sicurezza maggiore su tutti gli autobus è fornita da un sistema di video sorveglianza composto da 5 videocamere per le vetture a singolo pianale (il classico 12 metri) e 6 per gli snodati. Ogni dispositivo video ha la capacità di registrare sequenze ad alta risoluzione che possono essere visualizzate in tempo reale dalla sala operativa di AGI e permettere un eventuale intervento tempestivo preservando l’incolumità degli occupanti nel migliore dei modi e con il minor rischio per tutti. Per assecondare le nuove esigenze sorte con la pandemia da COVID-19, i mezzi sono inoltre dotati del nuovo complesso di filtraggio e sanificazione aria Mercedes-Benz, al contempo per monitorare i flussi d’utenza ogni mezzo è dotato di un sistema di conta passeggeri di altissima qualità che garantisce una precisione del 99%.

L’adeguamento alle normative di Regione Lombardia in abito di Bigliettazione Elettronica integrata vede gli autobus dotati su ogni porta, di salita e discesa, della predisposizione per la nuova convalidatrice VPE 430 di Conduent, che permetterà l’acquisto ed il pagamento del titolo di viaggio necessario per la corsa tramite carta di credito/debito ma anche la medesima operazione tramite applicazione per smartphone e scansione di codice QR.

Oltre ai bus da 12 metri ammirati da curiosi ed interessati del settore in Piazza Roma, sono in servizio da giovedì 19 maggio (per il lotto NORD) anche 3 analoghe vetture snodate da 18 metri, le quali andranno a potenziare l’offerta di servizio sulle direttrici z203, z221, z222 e z228 che coprono un bacino d’utenza molto importante al quale è necessario offrire una valida soluzione di viaggio.

Per approfondimento e completezza d’informazione, di seguito è riportato integralmente il momento celebrativo in Piazza Roma con gli interventi dei vari protagonisti presenti in loco per l’occasione.

Forte vento a Milano: rimodulazioni e danni al servizio pubblico

Violente raffiche di vento si sono abbattute in Lombardia nei giorni scorsi, raggiungendo punte di velocità da primato, addirittura tra in 90 e i 110 km/h. Il Favonio, o Föhn, caratterizzato da masse d’aria secca e calda, ha scavalcato con veemenza la catena montuosa alpina discendendo da nord, causando non pochi danni a strutture, edifici, arredi urbani nonché al servizio pubblico dei centri abitati padani, su tutti nell’immediato circondario del capoluogo di regione. Per poter idealizzare mentalmente la dimensione concreta dell’accaduto basti pensare che, solo nella prima mattina di lunedì 7 febbraio, sono stati almeno un centinaio gli interventi gestiti dai Vigili del Fuoco nella sola città di Milano. Alberi, rami, coperture, oggetti e rifiuti sono stati gettati al suolo, divelti o addirittura scagliati a distanza sotto un cielo così terribilmente sereno, omaggiato da un’aria pulita ed sole splendente, decisamente unici nel susseguirsi stagionale del clima padano.

La situazione in tempo reale attraverso la piattaforma Twitter di ATM

Una situazione climatica comunque che non deve destare l’allarme generale in quanto il Favonio, è un elemento tipico dello scenario invernale post natalizio in Val Padana, meno consueta è però la sua presenza, nonché intensità, che ha bussato alle porte della grande metropoli. La formazione così come la forza, sono tutto frutto dell’effetto che i rilievi montuosi operano fisicamente tentando, passivamente, di contrastare con la loro massa ed altitudine le grandi correnti d’aria cariche di umidità. Nel sormontare le gelide vette, lo stesso fluido gassoso (che nell’ascesa è definito Stau) perde la precedentemente citata umidita in esso contenuta per effetto della condensazione, raggiungendo quindi la valle in condizione di totale assenza di componente acquea vaporizzata e con una temperatura nettamente più alta di quella di partenza.

La conta dei danni è ben presto nota: il servizio tranviario e stradale di ATM è stato rallentato o sospeso principalmente per l’interruzione dell’energia elettrica o del percorso stesso causa caduta di rami spezzati sulla catenaria oppure direttamente dai grandi alberi non più solidali con il terreno che ne ospitava le radici le quali, in città, non sono poi così libere di crescere ancorandosi saldamente al suolo essendo spesso e volentieri appartenenti a piante relegate in spazi delimitati da cemento o asfalto (spartitraffico o aiuole in genere).

L’azienda municipalizzata ha quindi prontamente diramato sugli appositi organi di riferimento digitali (applicazione ufficiale e social, vedi sopra) tramite il coordinamento della sala operativa, un apposito comunicato specificando le modifiche e rimodulazioni garantite nell’offerta del trasporto, impiegando anche autocorse sostitutive. Non sono mancate operazioni di soccorso da parte del personale interno ATM grazie alla flotta comprendente anche mezzi adatti a questo tipo di eccezionalità oltra alla normale manutenzione ordinaria/straordinaria che coinvolge la rete. In Via Fabio Filzi, un grosso tronco ha letteralmente impossibilitato la marcia della vettura 7607, urtandola e paralizzando anche gli altri tram a seguire. Disagi importanti anche in zona Piazza Prealpi e Piazzale Antonio Cantore.

Danni addirittura per la “cattedrale” ferroviaria, ovvero, la stazione di Milano Centrale, con lo scoperchiamento di alcune lamiere di copertura del fabbricato viaggiatori marmoreo e la caduta di diversi pannelli interni costituenti il lucernario dell’area un tempo destinata alle biglietterie, oggi una navata di transito pedonale per i viaggiatori.

Lungo Viale Fulvio Testi e Viale Ca’ Granda la scena non cambia. Anche qui la vegetazione che solitamente omaggia i lunghi tratti stradali ha dettato legge, costringendo altrettanti veicoli tranviari a richiedere soccorso, complici i trolley spezzati o piegati e la mancanza di alimentazione dovuta alla rottura delle mensole che sorreggono i cavi di alta tensione costituenti la catenaria, imprescindibile fonte di energia che rende possibile la trazione elettrica. L’intervento di FFO e tecnici è stato pressoché tempestivo, a loro infatti va sempre il ringraziamento della città e di chi vi abita grazie al provvidenziale compito della sicurezza e senso del dovere nei momenti di emergenza.

Tra i curiosi episodi verificatisi nella giornata di lunedì, è certo degno menzionare la discesa in campo di una vera chicca ATM ormai storica se pur ancora straordinariamente operativa. L’occasione ha visto il ritorno in strada del Carro Soccorso FIAT 160F26, punzonatura di servizio 9339, immatricolato nella provincia di Milano nel lontano 1983. Venne allestito come veicolo speciale dalla Carrozzeria Baribbi (fondata dall’omonimo Franco Baribbi, ex presidente del Brescia Calcio dal 1982 al 1989), un’azienda di circa 600 dipendenti con tre sedi in Italia, specializzata nella modifica di mezzi stradali prevalentemente a marchio IVECO.

A corredo dell’articolo, una serie di immagini realizzate sul territorio cittadino proprio durante i momenti più salienti e critici dei disagi causati dalle raffiche d’aria. A partire già da martedì 8 febbraio la circolazione ha ripreso il suo corso sino a tornare regolarmente esercita. Non sono passati inosservati i trasferimenti delle vetture incidentate tra i vari depositi per intraprendere le dovute misure manutentive e rimetterle di conseguenza in sesto.